K2, la montagna perfetta

28 Luglio 2014 di Paolo Morati

K2

Sabato il K2 è stato conquistato nuovamente da italiani, celebrando i 60 anni dalla prima ascensione di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Un’impresa, quella di questi ultimi, che per decenni è stata scenario di polemiche e scontri, legati alla relazione di Ardito Desio, al ruolo decisivo e tardivamente riconosciuto del giovane Walter Bonatti e alla polemica sullo spostamento del nono campo che portò quest’ultimo e il pachistano Amir Mahdi a un bivacco a temperature proibitive.

E dopo che nel 2008 (tra l’altro l’anno dell’ultimo italiano in vetta, Marco Confortola, che subì amputazioni post congelamento nel tentativo che viene ricordato come il disastro del K2 – 11 i morti), si è arrivati a una nuova ricostruzione ufficiale di quei giorni da parte del CAI, sabato Tamara Lunger, Nikolaus Gruber, Michele Cucchi e Giuseppe Pompili sono saliti su quella che è considerata la vetta più difficile da raggiungere in assoluto. La più alta del Karakorum a 8611 metri e la seconda del mondo dopo il più ‘semplice’ Everest (8848).

Un’avventura in un ambiente meraviglioso ma inevitabilmente ostile, dove il tempo è variabile, freddissimo e imprevedibile, e dove ci sono diversi durissimi passaggi e traversate da affrontare. E che si è rinnovata nuovamente, concludendosi senza conseguenze per i quattro insieme alla spedizione pachistana K2 60 years later e ad altri scalatori. Il tutto a dieci anni da quella del cinquantesimo e a sette dalla vincente ma tragica K2 Mountain Freedom 2007 in cui perse la vita Stefano Zavka, dopo essere arrivato in vetta con Mario Vielmo (preceduti da Daniele Nardi). Evento in quel caso raccontato dallo splendido documentario K2, il sogno l’incubo di Marco Mazzocchi che consigliamo vivamente per la carica emotiva e il senso di realtà capace di trasmettere.

Per chi ama la montagna leggere e guardare queste imprese è in definitiva una soddisfazione immensa pur sapendo di non poterle affrontare. E mentre noi ci accontentiamo di poco, di qualche semplice roccia o parete a cui appenderci, di un tratto di sentiero o ferrata da salire e scendere, o di neve e ghiaccio da attraversare, sappiamo che la vetta del K2, la montagna perfetta, è lì che aspetta la prossima sfida. Mentre quella prima spedizione, fatta con i mezzi di un epoca meno tecnologica, resta unicamente leggendaria. Nonostante le lunghe polemiche e le ultime rivelazioni fotografiche di un documentarista inglese su una storia che sembra veramente infinita…

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