Sul divano per James contro Suarez

31 Luglio 2014 di Stefano Olivari

L’Atletico Madrid è arrivato a 30 secondi da una Champions League che sarebbe stata l’ultimo urrà della classe media in una Europa che la classe media la sta ammazzando, non solo nel calcio. A provarlo è anche l’ultimo mercato, non ancora finito ma che a livello di campioni ha già detto quasi tutto. Impossibile riassumerlo, doveroso però sintetizzare cosa sia cambiato in quei pochi club europei televisti e tifati in tutto il pianeta.

Real Madrid-Barcellona è sempre più il derby del mondo, per la gioia del mondo ma un po’ meno del resto della Liga. I campioni d’Europa hanno aggiunto Toni Kroos e James Rodriguez, cioè il giocatore più completo della Germania e il capocannoniere di Brasile 2014. Per il colombiano dati al Monaco l’equivalente di 91 milioni di franchi, quinto colpo nella storia del calcio. In uscita solo lo scontento Morata, subito infortunatosi alla Juventus. Molti di più i movimenti in Catalogna, a partire dall’acquisto di Luis Suarez. Il bomber uruguayano dal morso facile ha così lasciato il Liverpool dopo 3 grandi stagioni. Interessanti anche gli arrivi di Rakitic (24 milioni al Siviglia) a centrocampo e di Ter Stegen dal Borussia Moenchegladbach, che in porta sostituirà Victor Valdes. Saluti, con ottimi incassi, a Fabregas (Chelsea) e Sanchez (Arsenal), dispiacere per l’addio al calcio dello storico capitano Puyol, fantasia per immaginare cosa potrà uscire da un attacco con Neymar, Messi e Suarez (quando rientrerà dalla squalifica, fra tre mesi).

Non c’è bisogno di grandi analisi per notare che tutti i primi 9 trasferimenti nella storia del calcio hanno avuto Real Madrid (6 volte) o Barcellona (3) nelle vesti di acquirenti: merito dei fatturati stellari, certo, ma anche di una politica che permette loro un indebitamento senza limiti. Per la gioia di chi poi le banche spagnole le deve salvare. Significativo è che il Real abbia preso James, del quale non aveva alcuna necessità tecnica, solo per rispondere mediaticamente al colpo di Suarez. Addirittura pagandolo la stessa cifra, 91 milioni, quasi una provocazione. L’Atletico Madrid ha perso le sue colonne Courtois, rientrato al Chelsea dal prestito, Diego Costa e Filipe Luis (che al Chelsea sono invece finiti per 73 milioni in totale), ma ha messo lo stesso a disposizione di Simeone una squadra di qualità: per l’attacco è arrivato Mandzukic dal Bayern Monaco, in porta Oblak dal Benfica e sulla fascia sinistra Siqueira dal Granada.

Il modello di tutti, almeno a parole, rimane il virtuoso Bayern: Lewandowski, arrivato per niente dal Borussia Dortmund, piaceva a Guardiola molto più del già citato Mandzukic, per il resto è la squadra che si conosce ma senza Kroos. Tutti i tedeschi, da Boateng a Muller passando per Neuer, sono usciti esaltati dal Mondiale, Lahm ha addirittura lasciato la nazionale per concentrarsi sul club, l’attacco (che prevede anche Robben e Ribery, insieme a Muller e al neo-acquisto) è stellare. In Germania non gli prenderanno nemmeno la targa, visto il mercato delle altre. Per il Borussia Dortmund qualche scommessa pagata a caro prezzo (Immobile, Ginter, Ramos) ma nessun salto di qualità: si rischia l’ennesimo spot a favore di un supercampionato europeo.

Tante ottime operazioni in Premier League, dove il vero colpo è stato forse Van Gaal sulla panchina del Manchester United dopo la fine della breve era Moyes. L’ex ct olandese è partito dalla difesa a lui cara, salutando gli anziani Rio Ferdinand (ora al QPR) e Vidic (Inter): grande fiducia nel giovane nazionale inglese Shaw, preso dal Southampton, mentre a centrocampo è arrivato il basco Herrera. Il Chelsea di Mourinho sembra molto più avanti dopo gli arrivi da Madrid e da Barcellona, probabilmente ha anche ceduto al momento giusto David Luiz. Soldi sulla carta investiti meglio rispetto a un Liverpool che quelli di Suarez li ha spesi quasi tutti per i vari Lallana, Lovren, Markovic e Can. Messo meglio l’Arsenal, con Wenger che punta a vincere anche se ognuno dei suoi giocatori offensivi è un’incognita: dal neoarrivato Sanchez a Podolski, da Ozil a Giroud. Magari, tanto per rimanere in clima da Mondiale, una chance importante l’avrà Campbell, rientrato dal prestito all’Olympiacos. Come al solito il Manchester City ha messo in campo soldi pesanti: fra cartellini e ingaggi, per rinforzare la difesa con Mangala (tutto definito, salvo colpi di scena) e il centrocampo con Fernando si è spesa una cifra superiore al fatturato annuale dell’Atletico Madrid.

Abbastanza tranquillo il Paris Saint-Germain, che però almeno una pazzia non se l’è voluta negare: i 60 milioni per David Luiz rischiano di essere ricordati soprattutto in negativo. Al centro della difesa farà coppia con il compagno di nazionale brasiliana Thiago Silva, cercando di lasciarsi lo shock mondiale dietro le spalle.

Scendendo di livello si arriva in Italia, dove la Juventus sarà circa la stessa della scorsa stagione: è del resto il principale motivo per cui Conte se ne è andato dopo due giorni di ritiro, con la squadra poi affidata ad Allegri. Al di là dei suoi problemi con Pirlo e della possibile partenza di Vidal, la Juventus gioca con il pilota automatico e per la serie A è sempre la favorita. Piace molto la Roma, che si è rinforzata con Iturbe, Astori (ma sta perdendo Benatia) e Cole: non solidissima, ma al di sotto del livello Real-Barcellona-Bayern può dare fastidio. Incomprensibile il Napoli, con una rosa piena di scontenti (Behrami sta per andare all’Amburgo) e che non ha ingaggiato nemmeno un giocatore con prospettiva da titolare. In piena transizione l’Inter, che si è legata a Mazzarri fino al 2016 e punta su un centrocampo di forza cercando qualche occasione di qualità (Osvaldo?), mentre nel Milan l’incognita non è solo Pippo Inzaghi al primo anno da allenatore dei ‘grandi’, ma anche il futuro immediato di Balotelli. Che entro l’1 settembre possa salutare tutti è ancora un’ipotesi, che solo il cattivo Mondiale ha reso meno concreta. Di sicuro anche in Italia l’attesa degli appassionati sarà per James contro Suarez, mentre i tifosi si faranno andare bene tutto.

(pubblicato su Il Giornale del Popolo di mercoledì 30 luglio 2014)

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