Lo sgarbo a Greta

6 Giugno 2014 di Stefano Olivari

Greta Cicolari è ben nota agli appassionati beach volley, essendone diventata la miglior giocatrice italiana dopo buone stagioni nella pallavolo indoor, ma non solo a loro: campionessa europea 2011, quinta ai Giochi Olimpici di Londra e ai Mondiali dell’anno scorso in coppia con Marta Menegatti, a 31 anni la campionessa bergamasca sarebbe nel pieno della carriera. E invece… il suo caso è abbastanza noto, anche se non trattandosi di calcio gli sviluppi sono di solito da cercare con il microscopio nelle brevi dei quotidiani sportivi. In estrema sintesi: quasi un anno fa il c.t. dell’Italia, il brasiliano Lissandro, ha smesso di convocarla senza una spiegazione (non certo scelta tecnica, visto che sotto questo profilo l’aveva sempre considerata sopra tutte le altre italiane) e da lì è partita una vicenda sportiva ma soprattutto legale che in pratica ha portato alla Cicolari due squalifiche in sequenza (attualmente è ancora ferma ed è probabile che lo rimanga fino a dicembre), la disoccupazione e una guerra che la federazione pallavolo, la FIPAV, le sta facendo con una durezza quantomeno sospetta. E Lissandro? Nel frattempo ha salutato tutti, accettando una megaofferta del Kazakhistan. Il caso ci sembra clamoroso, comunque visto che la posizione della FIPAV è nota (nel senso che si è espressa con le squalifiche) abbiamo trovato interessante il parere della Cicolari, in esclusiva per Indiscreto. Forse chi fa parte della parrocchietta sa già tutto e sorriderà leggendo le nostre domande, ma abbiamo comunque voluto toglierci la curiosità.

Buongiorno Greta. Partiamo dal fatto concreto, prima di addentrarci nel caso legale. Cosa è successo un anno fa fra lei e il c.t. della nazionale Lissandro?
In realtà direi cosa ha fatto Lissandro, in quanto io sono venuta a sapere delle sue scelte solo a decisione presa. Lissandro nel bel mezzo della stagione e dopo grandi risultati ha deciso di dividere la coppia che facevo con la mia ex compagna, pensando bene di lasciarmi in Italia da sola senza allenatore, senza compagna, senza aver mai avuto un confronto di persona e spostandomi dal loro luogo di allenamento. Di fatto emarginandomi.

Perché secondo lei ha smesso di convocarla, nonostante fosse la miglior giocatrice italiana?

Credo che ci fossero diverse motivazioni, una tra le quali era il mio rifiuto a prestare la mia immagine per un suo progetto privato. Dopo più di quattro anni di lavoro assieme gli equilibri nel tempo si sono rovinati e probabilmente lui non riusciva più ad essere il professionista che avrebbe dovuto, in campo.

Fra le prime mancate convocazioni e la prima squalifica, arrivata a novembre 2013, la FIPAV non ha provato a ricomporre la situazione?
In una prima riunione sembrava che volessero ricomporre la situazione, ma alle parole non sono mai seguiti fatti. Anzi, sono stata messa nelle condizioni più disagiate per un’atleta in stagione. Basti pensare che da lì a 15 giorni sono partita solo io per la finale del campionato europeo allenata dal mio fidanzato (nota dell’autore: il giocatore di pallacanestro Doum Lauwers, una lunga carriera italiana e nell’ultima stagione a Montegranaro) e da mio fratello. Giocavo con una ragazza giovane, cercata da me, che non faceva parte del gruppo della nazionale e senza esperienza internazionale.

Pensa che sulla squalifica abbia influito di più lo sfogo con il tecnico federale Viserta o i tweet fra lei e il suo fidanzato, in cui si parlava di ‘uomo nero’ e ‘pecorone nero’, peraltro senza riferimenti a Lissandro? Da dove è venuta fuori la storia di Lissandro definito ‘caprone nero’? Visto che non abbiamo trovato il tweet…
Sulla mia sospensione non hanno influito né il tweet rivolto al mio fidanzato né il presunto sfogo con Viserta. Semplicemente dopo l’illegittima rescissione del contratto gli ho fatto capire che avrei fatto valere i miei diritti e questo non è stato gradito in federazione.

La FIPAV ha risolto il contratto dal 25 settembre scorso, lei da allora di cosa vive?
È un periodo molto difficile, ma vado avanti.

Cosa ha portato alla seconda squalifica, quella di marzo? Solo le frasi sulla mafia federale o altro?
Le rispondo come alla prima domanda riferita alla sospensione. È stata presa a pretesto un’intervista, sia io che il giornalista in questione abbiamo dichiarato che c’è stato un malinteso. Non ho mai parlato di mafia ovviamente, ma le mie parole non vengono tenute in conto. Sono andata personalmente in federazione per spiegare l’accaduto ma come già nelle precedenti volte ho come l’impressione che la mia parola non valga nulla.

Perché la FIPAV, al di là del caso Lissandro, ce l’ha con lei?
Credo che quando ti ribelli ad un sistema che credi non funziona sia per tutti un po’ così. Non credo di essere un eroe né lo voglio essere, semplicemente non mi piace essere ricattata.  Io sono un’atleta, che con i risultati sul campo e non a parole ho dimostrato il mio valore. Di punto in bianco mi sono ritrovata lasciata a casa sola come un cane e in più con un contratto quadriennale rescisso senza motivazione. Cosa avrei dovuto fare? Sicuramente aver deciso di far valere i miei diritti ha fatto innervosire qualcuno.

Per quale ragione, a suo parere, si è materializzato il disegno di dividerla dalla Menegatti? E la sua ex compagna cosa dice?
Con la mia ex compagna non ho mai avuto l’onore di parlare dato che è scomparsa insieme all’ex allenatore. Ho chiesto più volte un incontro con loro ma mi è sempre stato negato, non ho mai capito il perché sia così difficile dire le cose in faccia. Io credo che l’idea dell’ex allenatore non fosse di dividermi da lei ma semplicemente di non vedermi più. Tanto che in una email a me indirizzata afferma che nonostante io fossi una delle migliori giocatrici al mondo, secondo il suo parere, lui non aveva più intenzione di allenarmi.

È stato il presidente Malagò, come si è saputo, a consigliare il ricorso all’Alta Corte del CONI poi respinto?

Diciamo che sia da regolamento che su indicazione di alcune persone all’interno del CONI, io e il mio avvocato abbiamo valutato l’Alta Corte come la sede giusta per avere giustizia, in quanto l’andamento del processo sportivo tenuto nei miei confronti non ha tenuto conto dei miei diritti costituzionali.

In tutti questi mesi è riuscita ad avere un colloquio con il presidente federale Magri? Perché questo muro di gomma?
Purtroppo anche qui non ho avuto l’onore e il piacere di poter parlare con il presidente, l’ho cercato più volte ma non ho mai avuto riscontro. E anche qui non ho mai capito il perché.

Abbiamo letto e saputo di episodi sgradevoli e volgari durante le varie udienze. Quali l’hanno ferita di più?
Penso che l’insulto alla famiglia sia la cosa più spregevole che si possa fare. Non importa se detto in un momento di rabbia o in un momento di calma, è sempre una cosa di veramente basso livello e sostenere persone che adottano queste parole e questi comportamenti con una donna ma con ogni persona in generale penso sia incommentabile. In questi mesi molte cose mi hanno ferito, partendo dagli insulti per arrivare a vedere persone che pur di mantenere una posizione hanno fatto finta di non vedere e di non sentire quello che mi stava accadendo e i torti che stavo e sto subendo.

Realisticamente, quando spera di poter tornare a giocare a pallavolo da professionista per l’Italia?
La mia sospensione termina ad inizio dicembre, ben 13 mesi di sospensione, salvo i riconri. Però nell’ambito sportivo ho ormai davvero poca fiducia. Mi sto preparando per essere in forma al mio rientro.

In questo momento si sta svolgendo la fine del campionato europeo, lei pur avendo diritto ad essere presente ovviamente non può  partecipare. Come vive questi giorni?
Ho già vinto un titolo europeo e ho il ricordo vivo dentro di me. Non poter essere in campo in questa manifestazione dove avrei veramente potuto fare bene mi dispiace tanto, alla luce del fatto che sono in ottima forma. Purtroppo essere in campo o no ultimamente mi sembra non sia diventato più un fatto di meritocrazia.

Cosa sta facendo in questi giorni?
Cerco di godermi le belle giornate di mare, di prendere aria fresca, di godermi la mia famiglia e di rimanere in allenamento sempre, perché nella vita non si può mai sapere…. le cose cambiano velocemente e non sia mai che qualcuno capisca che sarebbe ora di chiudere questo brutto periodo.

(foto in home page tratta da Olimpiazzurra.com)

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