Venticinque Aprile o Primo Maggio?

24 Aprile 2014 di Stefano Olivari

La classe media non è ancora del tutto scomparsa, visto che in questi giorni le città italiane sono semideserte e chi lavora viene quasi compatito. In certe vie si vedono praticamente solo zingari e africani che chiedono l’elemosina, anche se non è ben chiaro a chi visto che molte persone ufficialmente ‘produttive’ ci hanno da tempo dato appuntamento a lunedì 5 maggio (per poi dirci che non c’è budget, come quel concorrente di The Apprentice). Un ponte di tre settimane, da Italia dei tempi d’oro, quando Craxi diceva ‘La nave va’ (intanto con la fattiva collaborazione di DC e PCI regalava pensioni alla cazzo a gente che dobbiamo mantenere ancora oggi: il famoso ‘patto fra generazioni’?). Chissà con quali soldi le famiglie stanno per settimane in vacanza, il successo del credito al consumo potrebbe fornire una risposta. Il nostro nuovo ed interessante ‘Di qua o di là’ propone quindi una scelta fra le due festività di base del ponte, visto che non sempre la Pasqua cade così tardi come nel 2014. Venticinque Aprile o Primo Maggio? Scelta ideologica ma non troppo, visto che le due ricorrenze sono da sempre ‘comunistizzate’ e quindi nell’immaginario collettivo, sia di chi scende in piazza sia di chi va a Sharm, sono spesso associate. Nel primo caso con astuta operazione politica, visto che la Resistenza è stata anche, per non dire soprattutto, di gruppi cattolici, azionisti, liberali e di ex militari. Nel secondo, visto che stiamo parlando di una festa internazionale, in omaggio a una visione fordista e al tempo stesso marxista del mondo del lavoro. Certi di fare cosa gradita ai lettori di Indiscreto (la lista Tsipras non arriverebbe all’11% nemmeno in un centro sociale), rimaniamo quindi sull’attualità. Diventata anche una guerra fra supermercati: la Coop dei compagni (si fa per dire,) rimane chiusa, l’Esselunga del liberista Caprotti aperta.

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