Il perdono (im)possibile

3 Aprile 2014 di Paolo Morati

Non è più come prima

Il tradimento è una cosa seria. Accettarlo e addirittura perdonarlo non è semplice, anzi sembra impossibile. Lo psicoanalista Massimo Recalcati ha indagato la tematica nel suo ultimo libro, Non è più come Prima (Elogio del perdono nella vita amorosa, Raffaello Cortina Editore), mettendo a confronto scuole di pensiero diverse (partendo da Freud e superandone il pensiero tramite Lacan, del quale è seguace), citando casi di suoi pazienti e riflettendo sul rapporto tra l’Uno e l’Altro, tra incantesimo del Nuovo, fedeltà allo Stesso, domanda d’amore e domanda di cure. In 160 pagine si esamina il perché dell’amore per l’Altro, e come il mondo dell’Uno diventa (o potrebbe diventare) quello del Due. In tal senso Recalcati parla anche di indebolimento dell’Io, tra narcisimo e idealismo, gelosia e abbandono.

In un’alternanza di tratti scorrevoli e altri da rileggere più volte per rifletterci appieno, Non è più come prima affronta il tema del trauma, che diventa catastrofe nel momento della rottura innescata da una delle due parti. Qualcosa di inevitabile e incurabile? E se il traditore chiede perdono che cosa succede? Se da un lato c’è l’invito cristiano alla responsabilità dell’adultera, dall’altro c’è il lavoro del perdono (ma anche del perdonarsi) –  il confronto con l’esperienza dell’elaborazione del lutto – da compiere in solitudine, per arrivare a un nuovo inizio.

Il libro di Massimo Recalcati fa in definitiva ragionare nella sua osservazione di una società dove si cambia con molta facilità, ricercando spasmodicamente la soddisfazione, e dove la parola perdono sembra essere in disuso. E mentre “nella vita contemporanea il desiderio erotico appare rigidamente alternativo al legame familiare” (ma alla fine sarà proprio così per tutti?), tra noia e ricerca del Nuovo, a concludere il libro c’è il racconto di un uomo e del suo viaggio nel trauma dell’abbandono, da cui è alla fine uscito vincitore.

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