Promozione con Kevin Durant

4 Febbraio 2014 di Stefano Olivari

La Finlandia è capitata nello stesso girone degli Usa, quello di Bilbao, ai prossimi Mondiali di pallacanestro. Una doppia beffa per la federazione italiana che, dopo avere dato un prezzo all’etica (a 500mila la wild card si poteva comprare, a 830mila no) e non avere capito che l’Europa avrebbe potuto avere tre posti (con la Russia non interessata!) in più invece di due, è stata risparmiata da critiche che in situazioni analoghe avrebbero spellato l’Abete di turno… Quello che nel calcio avviene a livello di singolo club (‘Siamo tutti sulla stessa barca’) nella pallacanestro avviene a livello aggregato agitando il feticcio, un po’ ricattatorio, del ‘bene del movimento’. Il Mondiale sarebbe stata un’occasione enorme di promozione, con o senza i ragazzi NBA (nel caso di Gallinari purtroppo senza scelta), di sicuro superiore al triste gironcino a tre con le prime due di fatto qualificate: contro l’annunciata mezza Russia e la Svizzera senza Sefolosha non dovremmo in ogni caso assistere al solito fallimento extra-senese di Pianigiani. Poi in stile ‘volpe e uva’ l’input della FIP è stato quello di fare i superiori, quelli puri, quando di wild card sono stati proprio loro a parlare un decimo di secondo dopo l’ottavo posto europeo dell’anno scorso.

Interessante è il megaroster annunciato qualche giorno fa da Jerry Colangelo e Coack K: 28 elementi, quasi tutti ‘convinti’ dal fatto che da questa rosa uscirà anche gran parte dei convocati ai Giochi di Rio, cioè l’unica manifestazione che davvero interessa agli americani. Prima delle nostre considerazioni da bar, il roster da cui usciranno i 12. Playmaker (ci esprimiamo in anniottantese): Stephen Curry, Kyrie Irving, Damian Lillard, Chris Paul, Derrick Rose, Russell Westbrook, Deron Williams. Guardie: Bradley Beal, James Harden, Kyle Korver, Klay Thompson. Ali piccole: Carmelo Anthony, Kevin Durant,  Paul George, Gordon Hayward, Andre Iguodala, LeBron James, Kawhi Leonard. Ali forti: LaMarcus Aldridge, Anthony Davis, Kenneth Faried, Blake Griffin, David Lee, Kevin Love. Centri: Tyson Chandler, DeMarcus Cousins, Andre Drummond, Dwight Howard. Fra le superstelle, Durant è quella tecnicamente più indigeribile per le squadre FIBA (fisicamente il meno marcabile è sempre stato Carmelo, invece): contro di lui il riempimento dell’area dei tre secondi serve a poco. Con tutto il rispetto per LBJ, una nazionale americana a cui interessi davvero vincere dovrebbe essere Durant più altri undici (in Turchia fu così, a Londra quasi). Rispetto alle precedenti incarnazioni di Team Usa balza subito all’occhio che questa avrà più stazza (ai Giochi l’unico centro era Chandler), se saranno rispettate le proporzioni delle preconvocazioni. Impressiona anche l’assenza di Bryant, che non sarebbe costato niente inserire (Kobe fra l’altro super-estimatore di Coach K, più volte invitato ai Lakers). In maniera informale si sono chiamati fuori dalla competizione spagnola James, Anthony e pare anche Chris Paul, in più chi è reduce da infortuni (Westbrook) o addirittura fuori per la stagione (Rose) sarà invitato a riposarsi. Quindi alla fine le scelte pur con tanto materiale umano a disposizione non saranno difficilissime.

Previsioni? Curry, già presente 4 anni fa. Thompson, tirato da Curry. Irving, anche se troppo poco FIBA. Harden, se gliene fregherà qualcosa (a Londra fu spettatore non pagante). Korver, casomai i tiratori non bastassero. KD, mvp. Paul George, fenomeno che ha bisogno di una spinta di marketing fuori dagli Stati Uniti.  Griffin, che non ha bisogno di marketing ma non è mai stato presente in una grande competizione per nazionali. Love, ormai nella dimensione dei grandi e che alla nazionale ci tiene (presente sia nel 2010 che nel 2012). Howard, che l’assenza di Kobe potrebbe convincere. Drummond, se si vorrà dare un giro di riposo a Chandler (Curry come passatore da alley-oop vale comunque Paul). Visto che contro i fisici FIBA sia Love che Griffin possono giocare da centri puri è possibile che il dodicesimo sia una scelta di complemento con caratteristiche poco europee: favorito Kawhi Leonard. Questa squadra potrà essere battuta dalla migliore Spagna al completo? Secondo noi sì, una volta su dieci ma sì. Per il bene della pallacanestro e della stessa NBA è meglio che le distanze appaiano colmabili. Quanto all’Italia, potevamo fare promozione usando Kevin Durant. Invece le masse non ancora evangelizzate andranno raggiunte con 4 partite semiclandestine a cavallo di Ferragosto.

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