Distraiamoci con Gattuso e Brocchi

18 Dicembre 2013 di Stefano Olivari

Questa volta è un calcioscommesse di serie A, in tutti i sensi. Quattro arresti di intermediari dal nome sconosciuto ai più, perquisizioni in tutta Italia (case di Gennaro Gattuso e Christian Brocchi comprese), 30 partite sospette solo nella massima serie e una sessantina in altri campionati dal 2011 ad oggi, sviluppi potenzialmente enormi, tutti i grandi club (Juventus, Milan e Inter compresi) coinvolti come minimo per la loro presenza in partite ‘sotto osservazione’. Con il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, che sintetizza la situazione in una frase: “E’ tutto come prima”.  Nel senso che le indagini e i processi sportivi degli anni scorsi non hanno avuto nemmeno un effetto da deterrente: una discreta parte del calcio italiano ha continuato ad essere truccata. Associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, il reato ipotizzato è chiaro mentre non è chiaro tutto il resto. A partire dalla tempistica: in un momento politico, con le piazze delle grandi città italiane invase da ondate di protesta e di rabbia, niente di meglio di un bello scandalo calcistico per distrarre le masse. Anche se va detto che per chi è coinvolto e per i tifosi della sua squadra il momento non è mai quello giusto.

Ma la sostanza della vicenda, ben raccontata nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice Salvini resa pubblica in forma quasi integrale, è indubbia: personaggi del mondo delle scommesse, con vari ruoli, che contattano calciatori per avere informazioni confidenziali o per alterare l’andamento di una partita. Oltre a Gattuso, dopo una grande carriera nel Milan allenatore senza gloria di Sion e Palermo, e a Brocchi, un passato fra Inter, Milan e Lazio, attuale tecnico delle giovanili del Milan, molti altri sono i personaggi del calcio italiano toccati dalla parte ‘inedita’ dell’inchiesta. Nicola Mingazzini, ex Bologna e ora al Pisa. Claudio Terzi, ex difensore di Napoli, Bologna e Siena, ora al Palermo e già condannato a sette mesi di squalifica. Samuele Olivi, ex difensore dell’Under 21 e attualmente al Mantova. Fabrizio Grillo, difensore del Siena. Non più in attività, fra i coinvolti, Bellucci (Napoli, Sampdoria, Bologna), Bombardini (Roma, Atalanta, Bologna), Leonardo Colucci (Verona, Bologna, Cagliari) e D’Anna (Chievo). Non proprio Messi e Cristiano Ronaldo, come si nota, ma comunque professionisti con contatti in ogni squadra e spesso in comune frequentazioni bolognesi. Fra i personaggi-chiave gli arrestati Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani, conoscente di Brocchi e Gattuso ma anche del giro bolognese oltre che ‘degli zingari’: proprio quello dell’ex centrocampista del Chiasso Almir Gegic, uno dei pochissimi ad avere negli anni scorsi collaborato con i magistrati italiani.

Le indagini hanno evidenziato che per alterare una partita di serie A gli intermediari chiedevano anche l’equivalente di 800mila franchi, anche se le partite di fascia bassa potevano essere aggiustate per meno. 30 mila franchi ad ognuno dei giocatori coinvolti e 80mila all’allenatore, tanto per dare un’idea. Sì, ma quali partite? Fra le tante ‘nuove’ analizzate, degli ultimi due anni, quattro con il Milan in campo, tre con la Lazio, una con la Juventus (un Lazio-Juventus) e una con l’Inter (Palermo-Inter). Quasi tutti gli interessati hanno negato coinvolgimenti nella vicenda, a partire da Gattuso (per sua voce, fra Mediaset e Sky Sport: “Non so nemmeno come si faccia a truccare una partita, sono arrabbiato e offeso. E non ho mai scommesso. Se venisse provata una mia responsabilità, andrei in piazza ad ammazzarmi”) e Brocchi (tramite il procuratore Davide Lippi). Per fortuna o sfortuna di Gattuso e Brocchi i loro contatti con le persone poi risultate intermediari non sono stati registrati, nel senso che non ci sono state intercettazioni ma solo acquisizione a posteriori dei tabulati telefonici. In altre parole, si può solo notare che prima di certe partite gli sms con Bazzani si intensificavano. Quindi come nella sua versione precedente l’inchiesta farà salti di qualità solo con testimonianze di improbabili pentiti o carte che per ora i magistrati tengono coperte.

La lettura integrale dell’ordinanza è comunque consigliabile, anche perché le varie deposizioni spiegano l’ambiente del calcio ben al di là della loro rilevanza penale o sportiva. Quelle di Stellini e Coppola in merito ad Albinoleffe-Siena del 2011, ad esempio, non danno certo lustro alla figura dell’attuale allenatore della Juventus Antonio Conte (che per l’omessa denuncia in quell’occasione ha già pagato con 4 mesi di squalifica). Il quadro di fondo è come al solito più inquietante dei singoli casi e delle singole partite eventualmente truccate: Spadaro e Bazzani incontravano calciatori e altri addetti ai lavori nella zona della cosiddetta ‘movida’ di Milano, corso Como e dintorni. Proprio la zona in cui la domenica sera, il lunedì ma anche in altri giorni calciatori di tutta Italia si trovano e si mescolano, senza distinzione di reddito e di categoria. Il mondo del Baci & Abbracci (non è una citazione a caso: alcune delle telefonate di Brocchi riguardavano un’utenza intestata all’azienda), il marchio di abbigliamento che Brocchi aveva creato insieme a Christian Vieri e che per qualche anno è stato un must per chi aspirasse a far parte del mondo della tivù (meglio se di sesso femminile). Situazioni in cui tutti fanno gli amici di tutti, a colpi di ‘cinque alto’ e di ‘Ciao grande’, con la riserva di Lega Pro che siede allo stesso tavolo del campione e millanta amicizie altolocate. Situazioni che possono portare a rapporti difficilmente spiegabili, per chi li osserva da lontano, oltre che a iniziative assurde per chi in vita sua ha guadagnato milioni.

(pubblicato mercoledì 18 dicembre 2013 su Il Giornale del Popolo)

Foto tratta da QN

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