Novant’anni prima di Thohir

19 Novembre 2013 di Indiscreto

Il successo sportivo e finanziario del Bayern Monaco di pallacanestro ha fatto riparlare anche da noi della possibilità per il calcio di generare squadre in altri sport e soprattutto per gli altri sport di sfruttare il traino del calcio. Anche se va precisato che i due Bayern hanno in comune il marchio ma non certo la gestione amministrativa: insomma, non è che un risparmio sull’ingaggio di Mandzukic si traduca in un maggior budget per la sezione basket. E’ senz’altro vero che presentarsi a uno sponsor con un marchio forte, come potrebbero essere Inter, Milan o Juventus, per un club di pallacanestro sarebbe leggermente diverso che farlo come Libertas, Virtus, Olimpia, Robur, eccetera. Il vero traino sarebbe poi per gli spettatori: un genoano, pur tiepido nei confronti della pallacanestro, non andrebbe a vedere il Genoa di pallacanestro? Insomma, un territorio che in Europa è già stato esplorato (Real Madrid, Barcellona, Galatasaray, CSKA Mosca, Maccabi Tel Aviv, eccetera) ma che in Italia è rimasto fermo alle polisportive della notte dei tempi. Fra quelle legate a un grande club nel basket è arrivata ai giorni nostri, con varie vicissitudini, la Lazio: abbiamo l’età per averla vista giocare in serie A… Il tentativo da parte di Berlusconi di acquistare l’Olimpia, nel 1989, è noto (così come il cambio d’idea dei Gabetti), ma visto com’è finito il resto della polisportiva Milan, calcio escluso, non è stato un male che l’operazione sia saltata. Forse non tutti sanno che c’è stata anche un’Inter della pallacanestro, chiamata appunto Internazionale e diretta emanazione del club calcistico, che nel 1923 diventò campione d’Italia interrompendo il grande ciclo di un’altra squadra milanese, i fortissimi Assi. Leggendo il libro di Werther Pedrazzi ‘Scarpette rosse’ abbiamo scoperto che l’allenatore degli Assi, Guido Brocca, è il tecnico italiano con più scudetti dopo Cesare Rubini e alla pari con i sei di Simone Pianigiani. Ma tornando all’Inter del basket, è curioso che nella sua brevissima vita abbia dato alla federazione il suo primo presidente, Arrigo Muggiani, e il suo primo allenatore, Marco Muggiani (fratello di Arrigo: questo era ed è rimasto un piccolo mondo). Tutto questo sproloquio per dire che forse Erick Thohir non riporterà l’Inter del calcio ai fasti di tre anni fa, visto che mancherebbero almeno una decina di giocatori di quel livello e che prenderli risparmiando è difficile, ma che potrebbe dare una scossa alla nostra pallacanestro. Essendo stato presidente della federbasket indonesiana, essendo tuttora a capo di quella del Sud-Est asiatico, per tacere della quota nei Sixers e della proprietà di due club di Giacarta, l’idea potrebbe venirgli. O magari qualcuno gliela ha già fatta venire. Presto, forse, sorprese. Ma, Thohir o non Thohir, rimane assurdo non sfruttare il marchio e il senso di appartenenza di club storici per sport che si lamentano della loro scarsa visibilità. A meno che una mentalità da parrocchiettà non faccia inorridire qualcuno di fronte a un Inter-Juventus di volley.

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