Delusi da Hackett

10 Agosto 2013 di Oscar Eleni

Oscar Eleni e il suo badante Tony Ci dal lago di Molveno, perla della Paganella, un’ora da Trento,dal caldo, dalle passioni, le invidiuzze, dai mustelidi che si sentono pavoni in Azzurro e di chi serve la NBA. Prima di pensare all’Italia senza fortuna che ha vinto il torneo di Trento una sosta non premiata al lago di Toblino e poi a Sarche dove troneggia fra salumi preziosi un milanese che lavorava  alla Baita in via Foppa, da Peck, trentino d’adozione per scelta d’amore. Non vi parliamo dal castello del Buonconsiglio perché ad agosto si soffoca, né dalla Torre Verde o dal pulpito dove un vescovo cacciò i poveri come noi della città, ma dalla valle dei laghi o dal Bondone. Pensieri sparsi filtrati bene dall’armonia del PalaTrento dove l’Aquila di Gigi Longhi, giornalista eccellente, ma da due anni grande dirigente e presidente di una società dove tutto ha il sapore antico della vera passione,  che nell’ultimo anno ha vinto la coppa Italia di A2, ha creato qualcosa di bello in un feudo della grande pallavolo e persino Gianni Petrucci, elletrico e sfuggente, si è inchinato a chi lavora per la causa senza chiedere niente in cambio, né voti, né vantaggi. La forza di questa società la noti in tanti piccoli particolari: tutti disponibili cominciando dal manager Salvatore Trainotti e dal fratello Stefano, addetto stampa che sa davvero aiutare chi lavora,  una bella squadra che danza bene come le cheerleaders che non giocano a fare le donne fatali, ma danno un senso alla scena sul campo con uno stile che le rende diverse, che in serie A non ha nessuno. Appunti sparsi, quindi.

Caso Bargnani. Inquietante per come è stato nascosto, per come ancora adesso questo virus ci faccia tremare perché c’è il cattivo presagio che il Mago non sarà all’europeo se i Knicks dovessero spaventarsi.

Caso Hackett. Una brutta storia che ci fa pensare che la Nazionale non sia considerata come sogna il Petrucci furente per questa vicenda, indignato con l’agente  del giocatore che doveva essere l’interlocutore al posto del nostro caro Daniel che ci ha davvero deluso anche se la tendinite é una brutta bestia che non si guarisce, anche se adesso con le staminali si promettono miracoli.

Assenza quasi totale di allenatori della serie A, qualcosa si impara guardando lavorare i migliori e Pianigiani è fra i più  bravi. Visto Mazzon il primo giorno, Gresta e Menetti al terzo. Riga. Non parliamo dei dirigenti. Solo Alberani e Carotti di Roma che hanno ripercorso lo stesso fortunato cammino dell’anno scorso e ora preparano la squadra da un milione di euro insieme al Dalmonte che lavora per Azzurra.

Delusi da Polonara, via dal raduno anzitempo perché ha fatto solo una minima parte del lavoro di recupero per la caviglia. Credevamo in lui, ma ci sta facendo venire il nervoso.

Rivisto Facchini ora capo assoluto degli arbitri con la solita bella carica. E’ un credente, seguitelo voi fischietti, ma lui la smetta di tormentarci perchè siamo  sempre convinti che tratti male il Sahin di qualità superiori rispetto a molti suoi protetti.

Sbalorditi dalla forza in salita dell’arbitro Begnis che ha sudato fino a Folgaria. Contenti di aver visto un Taurino padre nobile del gruppo che ha diretto il torneo.

Toccata e fuga di Petrucci, con il fido Laguardia, solo il primo giorno. Questa nazionale va curata da vicino. Vero che con Silvestri e il super staff ci sono tutte le garanzie, ma la sua voce e presenza serve sempre per tenere lontani, appunto, i sirenetti della percentuale. Vero, come dice Ferracini, che non tutti gli agenti sono uguali, ma certa gente fa paura appena la vedi danzare al telefonino.

Ritrovato un Gherardini appesantito in partenza per l’estate della nazionale canadese. Sarebbe ora di riportarlo in Italia con un ruolo che si merita, soltanto lui può cambiare la tendenza di questa Lega che ha presentato i calendari, ma non ancora idee di sviluppo e il partner televisivo.

Comico che la Rai dia in diretta Trento e ancora non si pronunci sull’europeo.

La prima giornata ci svela a sopresa un bersagliere d’assalto, uno stopper utilissimo come il toscano della Reyer Rosselli che produce olio a Vinci e fa salire il tono della difesa, l’unica arma che abbiamo per marcature difficili, uno da tenere nel gruppo anche se è sempre a rischio taglio perché se fai solo il gregario gli altri approfittano.

Apprezzato il trio del ’93 della Polonia, più Ponitka del 2.15 Karnowski, già rubati dai college americani come il Tomasz Gielo che gioca pochissimo ma promette tanto.

Rabbia nel vedere Israele così trasandata, sapendo che delle quattro  a Trento è quella con il girone europeo più  facile. Magari fosse toccato a noi quel gruppo. Belle prove di Sanikidtze,la Georgia con Hickman può essere una mina vagante nel girone della Spagna.

Che Italia abbiamo visto? Discreta, anche se certi nodi sono venuti al pettine con la fatica e quando l’intensità è calata. Ci serve una squadra di guastatori adesso che il destino ci ha rubato i due migliori, Gallinari e Hackett, ora che Bargnani è in dubbio e Gigli così in ritardo. Dipendiamo da Travis Diener. Lui illumina, alza il ritmo, ci permette di non attaccare difese schierate, contro Israele non c’era e si è visto, i suoi passaggi sono perle per i tiratori. Sono fantasie malsane quelle di considerarlo poco perché la Nazionale non potrà mai permettersi i lussi di Sassari. Balle. Lui ha testa e i compagni lo sanno. Come tutti noi sappiamo che 6 partite in sette giorni saranno un problema.

Da Trento a Trieste, base europea all’hotel Savoy prima di Porto Rose e di Capodistria. Anversa non ci dirà molto, il torneo dell’Acropoli sarà il vero test, più dell’amichevole contro la Slovenia.

Pagelle dal caldo soffocante al frescolino dell’aria condizionata del Palazzo trentino: in serie A abbiamo campi così confortevoli?

10 Alla famiglia dell’ AQUILA di Trento per aver accompagnato così bene Azzurra nella fase delicata dei primi esami.

9 A PIANIGIANI e al suo staff per la gestione del gruppo e del superio spigoloso di qualche giocatore che ancora non ha capito che possiamo andare avanti soltanto se tutti sacrificheranno qualcosa.

8 A BELINELLI che sembra davvero maturato e cambiato. Peccato che la sua tecnica di tiro velocizzata gli abbia fatto perdere parabola. Ma forse il ritmo NBA ti obbliga a caricare a sparare nello stesso tempo. Per questo serve un passatore come Diener. Beli in regia non è da trascurare.

7 A GENTILE che fa passi avanti importanti ogni giorno, anche per lui strana involuzione nella tecnica di tiro dalla distanza, niente parabola. Perché? Boh. A MELLI che non fa un piega anche se deve fare il pivot. Bella dedizione. A ROSSELLI il nostro Black Macigno chiamato soltanto per tenere alto il livello degli allenamenti e salito giorno dopo giorno nella considerazione del gruppo. A CINCIARINI che  fa progressi continui come uomo squadra.

6 A POETA perché la sua fame è coinvolgente e sul campo dà sempre tutto. Peccato  che sia ostacolato dal tarlo della disoccupazione.

5 A MANCINELLI che consideriamo importante quando gioca per gli altri e non per la sua vetrina, ma sapere che potrebbe andare in Golden ci spaventa. Felici per Torino, ma suona male che il capitano di Azzurra non abbia un posto in serie A.

4 A CUSIN che sembra uscito dal tunnel dove era finito quando a Cantù  quasi lo consideravano un peso, ma ora ci dia dentro e sistemi in via definitiva il  suo tempo per portare un blocco. Certo è quasi solo al centro e se gioca poco siamo alla canna del gas anche se Melli fa cose che fanno capire quanto serva la motivazione in un giovane talento pronto a sacrificare la vetrina per la sostanza.

3 A Gianni Petrucci se non farà lo sciopero della fame per questo ostracismo televisivo al basket di Azzurra e del campionato.

2 A Daniel HACKETT che doveva iniziare subito dopo la fine del campionato il lavoro per risolvere un problema che ha fermato carriere di tanti grandi atleti. Lui doveva parlare con il presidente, soltanto lui.

1 Alla LEGA che assiste impotente al disinteresse dei media per uno sport che ha fatto un buon pubblico e discreti indici d’ascolto.

0 Agli AZZURRI che tengono aperti i cellulari invece di prestare soltanto ascolto e attenzione al lavoro che dovranno fare per questo terribile europeo che può condizionare la vita e i guadagni di tutti loro. Ai mondiali di atletica la mandrogna Straneo, una signora di 37 anni, con 2 figli, senza la milza, ha vinto l’argento della maratona, stando in testa per quasi 42 chilometri. Quando si crede in qualcosa si può fare tutto e allora  questa squadra deve credere nei suoi allenatori e in nessun altro. Chiudere le porte.

Oscar Eleni, da Trento

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