Herrera, Rocco e quella Milano in bianco e nero

22 Luglio 2013 di Paolo Morati

Helenio Herrera e Nereo Rocco

“Grazie anche a loro nel maggio del 1963 all’improvviso Milano divenne capitale del calcio europeo, cominciando a prenotare anche il tetto del mondo”. I due in questione erano Helenio Herrera e Nereo Rocco alla cui rivalità (e delle relative squadre, Inter e Milan) è dedicata la mostra Quelli che…Milan Inter ‘63 La leggenda del Mago e del Paròn in corso al Palazzo Reale di Milano, con in sottofondo le note di Eravamo in 100.000 di Adriano Celentano, che fanno da preludio all’ingresso vero e proprio rigorosamente separato: a sinistra i rossoneri a destra i nerazzurri, con tanto di conteggio che al nostro passaggio vedeva in testa i secondi per 12097 a 11830.

L’effetto è dei migliori con il percorso poi comune che si apre con una gigantesca fotografia di San Siro in bianco e nero, i soli due anelli e le gradinate non numerate, quando si arrivava in anticipo per accaparrarsi la visuale migliore prima della trasformazione del 1990. Una foto che inquadra di fatto il lato Nord, riconoscibile anche per lo storico striscione Milano Nerazzurra del primo anello. Superata la porta ci si ritrova davanti la fermata Duomo della metropolitana con un ‘ghisa’ in bianco e quindi il Pirellone. La prima sala è quella di un percorso storico degli anni ’60, tra la Milano dell’epoca divisa per capitoli fotografici con ragazzi qualunque e personaggi che frequentavano e alimentavano la cultura della città. Dalle sorelle Angela e Luciana Giussani insospettabili creatrici di Diabolik a Renato Pozzetto che cantava al bar con Maria Monti, da Enzo Jannacci e Giorgio Gaber a Gino Bramieri e Walter Chiari. E poi i ciclisti al Vigorelli con la leggendaria Sei Giorni e i cavalli delle corse all’Ippodromo. Citata anche la Fiera Campionaria, i mezzi pubblici con l’apertura della Metropolitana, le fabbriche, l’immigrazione. E naturalmente la gente allo stadio, colta dall’obiettivo in discussioni animate.

Insomma il calcio dei grandi anni di Sandro Mazzola e Gianni Rivera è nel mentre un pretesto per riscoprire la Milano che fu, anche grazie ai filmati delle Teche RAI: quella del bianco e nero colorato di passione e scoperte, fino ad arrivare a un omaggio a Gianni Brera con i suoi appunti e una vecchia macchina per scrivere. E poi finalmente i due grandi allenatori, tra immagini pubbliche e private, insieme e messi a confronto, con caricature e tanti cimeli: maglie, tute, palloni, scarpette, contratti, lettere, cappelli, e la lavagna tattica del Mago… L’allestimento prosegue quindi proiettando filmati storici, ricreando anche uno spogliatoio con tanto di panche, armadietti d’epoca contenenti altri cimeli e video e una doccia virtuale proiettata in dimensione reale. E l’emozione cresce nella sala delle coppe con i trofei vinti dalle due squadre in quegli anni (meravigliose in tal senso le Intercontinentali) e le pagine della Gazzetta dello Sport, fino al filmato conclusivo con al centro il Derby.

In definitiva, una gran bella mostra, ben congegnata (a parte le pile di copie di una rosea moderna, che rovinano un po’ l’atmosfera), offrendo uno spaccato di tutto un altro mondo (noi saremmo nati solo qualche anno dopo), quando le panchine a bordo campo erano di duro legno e non le comode poltroncine sulle quali oggi si siedono allenatori e calciatori. (cliccando qui potete vedere alcune immagini della mostra).

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