Ciao Mennea

21 Marzo 2013 di Stefano Olivari

Pietro Mennea è morto di cancro, a nemmeno 61 anni (li avrebbe compiuti il 28 giugno). Inutile spiegare, almeno qui su Indiscreto, chi sia stato e raccontare la tristezza che si prova quando muore un amico, anche se gli avevamo parlato tre volte in tutta la vita. Meglio ricordarlo attraverso quello che ha fatto e le lunghe attese di quei venti secondi. Partendo dal bronzo olimpico di Monaco 1972, a soli 20 anni e in 20”30, dietro a Valery Borzov (impressionante il 20 netto, con cronometraggio elettrico, del sovietico) e Larry Black.

http://www.youtube.com/watch?v=u8DgX48spME

La conferma arriva ai Campionati Europei del 1974, a Roma. Argento nei 100, dietro al mostruoso Borzov di quei tempi e oro nei 200 con il sovietico che, secondo le voci dell’epoca, aveva rinunciato al confronto per paura.

http://www.youtube.com/watch?v=2F0hmggmS34

Cosa significherebbe oggi un italiano quarto nella finale olimpica dei 200 metri? Invece uno che pensava in grande come Mennea prese la medaglia di legno di Montreal 1976, in 20”54, nella gara vinta dal grande giamaicano Don Quarrie davanti agli americani Hampton e Evans (nessuna parentela con il recordman dei 400), come una delusione enorme.

http://www.youtube.com/watch?v=2ZfUzXCySN8

Il Mennea di Praga, Europei del 1978, vince da grande favorito. Nei 100 davanti al tedesco est Ray e al societico Ignatenko, mentre nei 200 trionfa davanti a un altro tedesco est, Prenzler, e all’austriaco Muster.

http://www.youtube.com/watch?v=uN-a3LfDueA

Il 19”72, record del mondo durato 17 anni e battuto solo da Michael Johnson, è del 1979 alle Universiadi di Città del Messico. Un velocista italiano ancora in cima al pianeta, 19 anni dopo il 20”5 di Livio Berruti ai Giochi di Roma (record, quello di Berruti, durato 3 anni).

http://www.youtube.com/watch?v=nd29qjKznqw

Ovviamente nella memoria di tutti quelli con almeno 5 anni all’epoca è rimasto l’oro di Mosca 1980, con quella incredibile rimonta su Allan Wells in una gara da asteriscare per l’assenza degli americani ma comunque nobilitata da Wells (oro nei 100 metri) e dal bronzo di Quarrie. 20”19 per Mennea, risultato a quei tempi per lui normalissimo, con la delusione dei 100 (eliminato in semifinale) subito riscattata. Sull’onda dell’entusiasmo avrebbe poi trascinato Malinverni, Zuliani e Tozzi a un insperato bronzo nella 4 per 400.

http://www.youtube.com/watch?v=YbGbEbO4FTQ

Dopo il primo ritiro dall’agonismo, a soli 28 anni, Mennea ci ripensa e torna a 31 ai primi Mondiali di atletica della storia. A Helsinki sorprende anche sé stesso, conquistando con la staffetta (Tilli-Simionato-Pavoni-Mennea) 4 per 100 un record italiano che sarà battuto solo nel 2010.

Mennea riesce a sorprendere anche nella gara individuale vinta da Calvin Smith su Quow, conquistando il bronzo con un centesimo di vantaggio sull’eterno rivale Wells e con la presenza in finale anche di Carlo Simionato (settimo). Da sottolineare che nei migliori 8 c’erano 4 atleti bianchi. 1983, non 1883…

A Los Angeles 1984 quarta finale consecutiva ai Giochi nei suoi 200. Il protagonista è Carl Lewis, davanti ai connazionali Baptiste e Jefferson, ma lui esce di scena alla grande con un settimo posto.

Altro ritiro dall’agonismo e altro rientro, con l’operazione Brain Power. Questa volta però gli anni sono 36 e a Seul 1988 Mennea si accontenta di superare il turno in batteria. Come lui nessuno mai, almeno in Italia.

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