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17 Dicembre 2012 di Stefano Olivari

Di cosa esattamente vivi? La domanda che nessuno di noi osa mai fare ai parenti, per paura di vedersela ritornare come un boomerang, ci è stata fatta qualche giorno fa da un amico che non sentivamo da anni e che ci ha ritrovato tramite un articolo di Indiscreto che era ai primi posti di Google secondo non sappiamo quale chiave di ricerca (temiamo i soliti ‘moglie di Causio‘ o ‘penis enlargement’, anche se qualche giorno fa un pazzoide è capitato da noi digitando ‘Significato ai fini IMU di zona annonaria’). La risposta è stata triste: di giornalismo, per quanto ‘giornalismo’ vada messo fra virgolette. Se ci limitassimo alle nostre collaborazioni-marchette, nel tempo libero correndo ai nostri 4’45” al chilometro o leggendo libri di chi sa scrivere, faremmo un buon servizio a noi stessi: dopo 27 anni da mediani, scriviamo con il pilota automatico e non essere da anni più interessati alla materia (di solito è calcio, per fortuna, fosse fisica nucleare faremmo più fatica) costituisce titolo preferenziale.

Domanda numero due, che è quella di molti lettori e che quindi ci ha dato lo spunto per questo post: bello Indiscreto, quanto ti rende? Con 300mila pagine viste al mese, 15mila utenti unici, tutto certificato da Analytics (per i non addentro alla materia: grandi numeri per quello che è poco più di un blog ma piccoli in proporzione a quelli dei siti di informazione più strutturati, quindi non è che ci sia un complotto ai nostri danni), eccetera, il bilancio 2012 dice meno 1.740 euro, solo dal punto di vista finanziario e senza quantificare il lavoro. Pubblicità, fra Virgilio Banner, Google Adsense e afflliazioni come Yalla Yalla o Amazon: 130 euro al mese di media in totale. Spese tecniche, mettendo insieme interventi sulla struttura, acquisto domini, hosting, assistenza e ritocchi vari: circa 800 euro. Spese legali, considerando solo quelle riguardanti articoli o commenti (nonostante una sentenza della Cassazione molto chiara, c’è ancora qualcuno che ti querela o ti manda diffide a causa di commenti di lettori registrati) apparsi solo su Indiscreto: 2.500, meno (!) di altri anni e con due questioni non ancora chiuse (da notare che mai siamo andati a processo, per manifesta infondatezza delle querele stesse,  a volte portate avanti per interposto farabutto) e giornate di lavoro perse perchè se ti querelano a Forlì, per citare una Procura che abbiamo conosciuto di recente, devi andare a Forlì. Insomma, senza fare i Sallusti dei poveri, se avessimo davvero scritto qualcosa di diffamatorio il bilancio sarebbe stato molto peggiore: ci hanno solo voluto rompere i coglioni e ce la siamo cavata con il lavoro di un avvocato. Quindi: più 1.560 meno 800 meno 2.500 uguale meno 1.740.

Ci fa male quantificare il prezzo dei circa mille articoli 2012, rigorosamente non pagati, da noi (e fin qui va bene, imbrogliamo noi stessi) e da colleghi (e qua non va più bene, se ci mandano affanculo è il minimo e l’amicizia è in questa truffa, perché vagheggiando grandi sviluppi del sito li stiamo truffando, un’aggravante). Prendiamo la tariffa di mercato più bassa, quella che anche l’ultimo degli stagisti è tentato di rifiutare: 5 euro a notizia o articolo breve (e non tutti gli articoli di Indiscreto sono brevi, anzi). Fanno 5mila euro, avendo una bassa considerazione di noi stessi. Il controllo, in questo caso ex post, sui tantissimi commenti (non tutto ciò che è legale è pubblicabile, anche se poi qualcuno che grida alla censura lo trovi sempre: la statistica totale di Indiscreto dice che il 99,9% di quello che viene inviato rimane in linea), prende a volte un paio d’ore al giorno e il fatto che spesso sia un piacere non significa che non vada fatto. Insomma, un lavoro della madonna (ce lo diciamo da soli) senza nemmeno il secondo fine (che nei nostri sogni sarebbe peraltro il primo) di vendere i libri che produciamo. Gli ultimi due, che per fortuna stanno funzionando, riguardano vita notturna e comunicazione pubblica, non proprio due argomenti che di solito trattiamo su Indiscreto. Precisazione doverosa è che tutto è stato fatto per passione personale, non perché qualcuno ce lo abbia imposto, con l’ambizione dichiarata di farci trovare pronti quando un domani sarebbe stato possibile vivere di web.

Conclusione: la vita è breve, ci scusiamo (ma anche no) se stiamo pubblicando meno articoli del solito visto che questo post è una risposta generale e generica ai tanti che, dobbiamo dirlo, con affetto e mail ‘motivazionali’ ci spingono a fare di più e ad aggiungere rubriche. In futuro questi articoli saranno anche meno, stando alla depressione di questi minuti (sarà l’IMU, senza zona annonaria) e ai tanti progetti che abbiamo. Mai avremmo pensato che nel 2012 si potesse vivere di libri e morire di web, ma abbiamo alla Guido Angeli provato per credere. Alla fine un tweet ci permette di raggiungere più persone con un centesimo della fatica, posto di avere qualcosa da dire. Se ci volete bene e siete in cerca di un viaggio scontato cliccate sul banner di Yalla Yalla. Non sentitevi obbligati, però, perché il puro hosting costa poco e Indiscreto rimarrà in linea per sempre. Questo post altro non è che una scusa preventiva per quel downshifting che come filosofia di vita detestiamo (meglio ammazzarsi che fuggire alla Maracaibo: fuggire sì, ma dove?) ma che applicato ad ambiti particolari può liberare tempo ed energia per attività più produttive.

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