Il lungo addio delle librerie

27 Ottobre 2012 di Stefano Olivari

Conosciamo molto bene sia il Kindle di Amazon che la Libreria Hoepli: sul primo leggiamo molto e leggeremo sempre di più (pur preferendo in assoluto il libro cartaceo per motivi, come direbbe il meraviglioso Alberto di The Apprentice, ’emozionali’), presso la seconda vendiamo abbastanza per finanziare la successiva follia produttiva. Per questo ci ha colpito la notizia che il Kindle sia adesso in vendita anche presso lo storico negozio milanese, una delle poche librerie generaliste d’Italia ad avere sempre trattato con rispetto l’editoria sportiva invece di collocare anche grandi successi commerciali sotto la Guida Funghi 2012 e la storia degli One Direction (avete presente le sezioni ‘tempo libero’ di certe librerie supermercato?). E anche una delle poche in cui il rapporto con il cliente viene affidato a gente che conosce davvero la materia (cioè i libri) e non come avviene da altre parti a ragazzi in onesta fuga dalla disoccupazione. Veniamo al punto: ancora non ci crediamo, però la notizia è vera. “Hoepli è un’istituzione nel mondo librario e si è sempre contraddistinta per le proprie scelte editoriali e per l’attenzione scrupolosa rivolta ai lettori, dettaglio, quest’ultimo, fondante e distintivo del DNA di Amazon”, ha dichiarato Jorrit Van Der Meulen, Vice President di Kindle Amazon Europa, “non avremmo potuto trovare un partner migliore per siglare questo ingresso del libro digitale tra gli scaffali di una libreria fisica”. Dopo il brivido provato nell’accostare ‘vice president’ a ‘libreria’, diciamo che il ragionamento è condivisibile: in Italia l’acquisto via web ha barriere psicologiche ancora notevoli, trovarsi il supporto fisico in libreria può davvero fare la differenza. Al di là della percentuale sulle vendite (il modello base del Kindle costa 79 euro) e del grande ritorno di immagine (dimostriamo di non avere paura del nuovo, noi librai di qualità), ci sfugge il vantaggio in prospettiva di questa libreria ed in generale delle librerie fisiche. Ma come, il vostro punto di forza è la personalizzazione del servizio (non si può dire invece la stessa cosa delle librerie di catena, invece) e vi mettete a vendere il prodotto di punta del vostro concorrente? Per chi legge libri questo accordo è invece una cosa positivissima, visto che almeno per qualche anno ci offrirà una scelta in più. Diciamo qualche anno perché senza un rapporto umano e culturale significativo con il lettore-cliente, che abbiamo trovato in non più del 25% dei posti in cui siamo entrati in vita nostra, entro il 2020 non esisterà più una sola libreria in tutto il pianeta. E magari al funerale dell’ultima Elton John potrà intonare ‘Kindle in the wind’ (ce l’eravamo preparata e qui non si butta via niente), fra le nostre lacrime ipocrite: perché noi da Amazon, più che dal Kindle, sia da grandi lettori che da piccoli editori abbiamo avuto solo vantaggi. E’ la disintermediazione, bellezza.

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