La lezione di Dan Peterson

25 Agosto 2012 di Biro

La grande lezione di Dan Peterson non è stata compresa dal direttore di Indiscreto, che pure con la pallacanestro dell’adesso 76enne di Evanston, Illinois, è cresciuto e che si emoziona ancora oggi quando si trova a pochi metri da lui (avrebbe voglia di chiedergli i retroscena dell’esclusione del suo idolo Marco Lamperti, ma non lo fa mai). Quale sarebbe questa grande lezione? Risposta: evitare sopra ogni altra cosa l’overcoaching, l’imposizione della propria ‘mano’ nelle situazioni più disparate invece di assecondare le caratteristiche delle persone con cui si ha a che fare. Vale nello sport ma anche nel rapporto con gli animali, che non hanno le stesse ‘aspirazioni’ dei loro proprietari. Nonostante l’umanizzazione da seconda metà del telegiornale, spesso anche da prima quando il direttore vuole evitare rogne, nessun cane aspira a cercare banconote negli aeroporti e nessun delfino a fare il buffone in piscina. Ecco, nell’ultima settimana ho fatto capire al direttore che nessun gatto aspira ad andare in vacanza, tantomeno un gatto che ha subìto cinque abbandoni. Ma anche senza citare la mia storia strappalacrime devo dire che ogni gatto sta bene fondamentalmente solo a casa propria, al massimo (ma è difficile) anche in un’altra casa ben conosciuta. Questione di odori, di territorio, ma soprattutto di sicurezza percepita. Non occorre essere un etologo per capirlo: se il vostro gatto dorme allungato si sente bene, se sta rannicchiato è perché annusa un pericolo (spesso inesistente: per dire, io ero su una terrazza che si affacciava sul Tigullio), se mangia in orari diversi dai suoi è perché si sente precario, se è troppo ‘fusoso’ è perché chiede aiuto (o è malatissimo). La soluzione? Come diceva l’amministratore delegato di una nota concessionaria di pubblicità web, non esistono problemi ma solo soluzioni. Ognuno a casa sua, come teorizzava anche Cartesio. Se è vero, come è vero, che ormai si va in vacanza una settimana all’anno e che il 60% delle persone non fa nemmeno quella, trovare un amico che una o due volte al giorno cambi l’acqua al vostro gatto non sarà questo gran problema. Se no la faringite da aria condizionata, l’asma da stress, la bulimia da Gourmet, le visite a tutti i veterinari possibili e soprattutto i sensi di colpa ve li andate a cercare. Non avendo amici, penso che il direttore starà sempre a casa con me tutti gli agosti dei prossimi anni. Non saranno tanti, visto che ne ho già dieci e sono sieropositivo, ma saranno belli. A casa mia.

Biro, 25 agosto 2012

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