Il livello dei tunisini

1 Agosto 2012 di Stefano Olivari

I dieci nazionali di basket tunisini, sui dodici totali, che giocano in patria guadagnano nella loro massima serie meno del quarantenne trippone che arraffa tremila euro al mese nelle nostre cosiddette minors (già in DNB, il quarto gradino della scala, queste sono cifre credibili, ma si trovano questi micro-professionisti anche in squadre di categorie più basse) per esibirsi davanti ad amici e parenti né più ne meno di noi del campetto o della palestra autofinanziata (70 euro per due ore, diviso per dieci: ce la possiamo ancora fare). Però sono ai Giochi Olimpici, grazie all’impresa di avere superato l’Angola nelle eliminatorie, comportandosi anche molto bene. Una pallacanestro di diligente esecuzione li ha tenuti in partita fino alla fine contro i più fisici e individualmente forti nigeriani, ma soprattutto gli ha consentito di rimandare il dilagare di Team Usa ai due quarti finali della partita di ieri sera che rimarrà nella memoria per due cose: il 15-12 iniziale dei tunisini, che ci ha ricordato il 25-24 per la Croazia con schiacciata di Arapovic nella finale del 1992, e il cambio punitivo cinque per cinque di coach K, roba da sergente di ferro con i ragazzini. Di sicuro la Nazionale di Pianigiani che proverà fra poco a qualificarsi per gli Europei, impresa non proibitiva anche se l’anno scorso ci fu bisogno dell’allargamento a 24 ‘alla carta’, ha diversi giocatori che non sembrano di un altro pianeta tecnico rispetto all’autarchico basket tunisino. Assenti Bargnani, Belinelli e Gentile, se togliamo Gallinari non avremmo distinto Italia-Usa da Tunisia-Usa. Gente che, con qualche eccezione, è protetta solo dal proprio passaporto e dalle rotazioni frenetiche del gioco di oggi, visto che nella stagione 2012-13 in molte squadre di A il primo italiano ‘vero’ sarà l’ottavo in ordine di bravura ma non di stipendio. E’ solo una riflessione sulla pallacanestro di oggi, non certo un rimpianto per quella di ieri dove i due soli stranieri in campo drogavano le statistiche di italiani che giocavano contro altri italiani. Massimo rispetto per Aradori, insomma, che però catapultato in questa dimensione non avrebbe fatto una figura migliore del pur bravissimo Ben Romdhane.

Stefano Olivari, 1 agosto 2012

http://www.youtube.com/watch?v=9-_URoXICNs

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