Primo Galeazzi e secondo Tranquillo

25 Luglio 2012 di Stefano Olivari

I Giochi Olimpici che iniziano fra pochissimo, con Gran Bretagna-Nuova Zelanda di calcio femminile, sono un ottimo pretesto per gettare nella mischia il Muro dello Sport 2.0, che così inizierebbe con i commenti relativi alla massima manifestazione sportiva del pianeta e ci darebbe tanta gioia (ce ne dà già, a dire il vero, al punto di farci vagheggiare spin-off). Insomma, state attenti. Ma offrono anche lo spunto per riflettere sulla competenza di chi lo sport lo racconta, dopo il megascazzo (peraltro unilaterale, con la finta pelle e tutto il resto) fra Bragagna e Caressa la questione non è banalissima. Non è banalissima anche perché tutti noi abbiamo passato più ore della nostra vita in compagnia di Rino Tommasi o Dan Peterson che di nostro padre o nostro nonno. E le voci degli stessi Bragagna e Caressa ci sono familiari più di quelle di quasi tutti i nostri familiari. In sintesi: il telecronista o più in generale il giornalista deve essere un ‘esperto’ in senso tecnico dello sport che racconta? Perché non è chiaro se la  ‘gggente’ presa in aggregato preferisca il polo Flavio Tranquillo o il polo Giampiero Galeazzi (non arriviamo a dire Furio Focolari), dando per scontato (e non lo è, pensando ai vari D’Amico, Dossena, eccetera dei recenti Europei di calcio) che la seconda voce sia super-tecnica? La nostra risposta personale non è equilibristica. Come prima voce preferiamo un giornalista ‘generico’ che abbia capacità di racconto e una visione generale dello sport (e che si prepari sull’evento specifico che deve di volta in volta commentare) al super-esperto che ti spiega perché l’allenatore ha sbagliato. Questo non significa che il ‘generico’ sia un necessariamente un cialtrone, ma solo che non parla unicamente per la parrocchietta. Siccome il più competente dei giornalisti sa di un determinato sport in senso stretto meno del più incompetente degli allenatori, l’effetto ridicolo è di solito assicurato. Se poi anche noi abbiamo scritto (e l’avremo fatto non meno di 10mila volte), nella fretta o per meglio fa digerire un nostro pregiudizio, cose del genere ‘Mossa sbagliata di Trapattoni‘ o ‘Spoelstra non ci ha capito niente’, ci  prendiamo e teniamo senza problemi la patente di tromboni. Tornando al punto centrale, vorremmo uno alla Galeazzi come prima voce e uno alla Tranquillo come seconda. Sì, tutti giornalisti. Gli addetti ai lavori puri, specialmente quando vogliono rientrare o restare nel giro, sono quasi sempre reticenti o banali. Quando poi questi vip si mettono scrivere, l’effetto comico (reso ancora più comico dal fatto che in realtà l’articolo è redatto da un giornalista scarso) è assicurato.

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