Surfin’ Usa

30 Luglio 2012 di Stefano Olivari

A parte gli occhi pallati, cosa ci rimane della prima giornata olimpica del torneo di pallacanestro? Non specifichiamo ‘maschile’ perché, con tutto il rispetto, quella femminile riusciamo a guardarla solo nei nostri rari periodi da allenatori frustrati.

1. Una sorprendente Tunisia, poco fisica e molto di esecuzione, che ha tenuto botta contro una Nigeria piena di giocatori di buon livello, quasi tutti in realtà americani figli di nigeriani,  ma senza un’idea di gioco offensivo. La stella è ovviamente Al Farouq Aminu, comprimario nei New Orleans Hornets ma con grande potenziale. In molti come ad esempio Ike Diogu (dopo qualche anno da pacco postale NBA adesso ha un contratto in Portorico) hanno un buon passato di college, ma l’insieme è modesto ed è difficilissimo che possa superare una fra Stati Uniti, Francia, Argentina o Lituania.

2. L’Australia, pur senza Bogut, ha un buon potenziale ma il Brasile è troppo completo e soprattutto a rimbalzo è una squadra che può fare paura a tutti: Barbosa, Varejao, Splitter e Nené tolgono pressione a esterni abbastanza modesti, fatta eccezione per Marcelinho Huertas e le sue ‘navarrate’. In questa partita già decisiva ci saremmo aspettati 40′ di David Andersen, ma Brett Brown (uno degli assistenti Popovich agli Spurs) lo ha cavalcato meno del previsto e così pur rimanendo in scia l’Australia ha perso una grossa occasione. La sua Olimpiade si giocherà soprattutto nella partita con la Cina il 2 agosto.

3. Imabarazzante la superiorità di Team USA contro una Francia che ci ha creduto solo nel primo quarto. In una partita con intensità ‘sedata’, molto inferiore a quella delle recente amichevole contro l’Argentina, LeBron James ha tenuto un clinic senza spocchia e senza esagerare visto che gli onori sono stati distribuiti. Pur partendo in quintetto, Chandler rimarrà solo un’arma tattica mentre lo schema offensivo numero uno risiede nella versatilità di quasi tutti. Vale anche per la difesa, individuale e senza sofisticazioni rispettando il luogo comune che ‘gli europei sanno tirare’. A occhio stanno salendo le azioni di Kevin Love, che nella mentalità dantoniana è il centro ideale: rimbalzi, blocchi, umiltà e tiro frontale. Da rivedere la Francia con Parker occhialato, che nemmeno ha esagarato con la zona, si tratta comunque di un gruppo di gregari di gran classe (Batum compreso) che ha bisogno della grande forma sel suo capitano.

4. Non ci è piaciuta la Spagna di Scariolo, non ci è piaciuta la solita Cina senza fuoco dentro, dove le due stelle attese (Yi Jianlian e Wang Zhizhi) hanno messo buone statistiche per i posteri ma in un contesto perdente. In una partita dal ritmo controllato c’è stato bisogno di un buonissimo Pau Gasol per bilanciare il part time di Navarro e il rientro così così dall’infortunio del fratello Marc. I cinesi hanno attaccato bene, ma sono stati sotterrati a rimbalzo, per la favorita per la medaglia d’argento pochi squilli e la speranza di trovare la forma (o la salute della schiena di Navarro) grazie al girone più facile fra i due.

5. Buon allenamento della Russia contro una Gran Bretagna inguardabile, con show difensivo e offensivo di Kirilenko con uno Shved nella congeniale parte di creativo, poco da dire sia su una partita che ha evidenziato la varietà di soluzioni della squadra di Blatt che al suo meglio può anche togliere il primo posto alla Spagna e sognare la finale con il Dream Team.

6. Poche parole anche sull’ultima, dove Ginobili, Scola e Delfino hanno deciso di giocare sul serio fin da subito e hanno travolto una Lituania oscena in difesa e poco pericolosa con gli esterni. Alla fine è stato un tiro a segno, soprattutto da parte argentina. Hanno tirato meglio proprio i campioni di Atene 2004, che sanno bene che la loro sorte passa per l’attacco visto che quelli ‘veri’ sono contati.

Stefano Olivari, 30 luglio 2012

 

Share this article