La sfortuna di Borsellino

20 Luglio 2012 di Stefano Olivari

Paolo Borsellino ha avuto grandi meriti e grandi sfortune. Di queste ultime fa parte anche l’essere stato ucciso da mafia e politici del quieto vivere il 19 luglio. Ma non lo sapeva, Borsellino, che già da fine maggio quasi tutti i grandi programmi di cosiddetto approfondimento sono in vacanza e poi, nella migliore delle ipotesi, propongono sbobba registrata? Molto meglio è andata a Giovanni Falcone, il 23 maggio il circo delle commemorazioni funziona meglio e si suda anche meno. Scherziamo su due eroi italiani, mentre non scherzavano i politici pugliesi che due mesi fa proponevano di cambiare nome alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, come pretesto per dire che è uno scandalo che solo La Sette fra i canali generalisti si sia sentita di dedicare un programma in prima serata al magistrato palermitano. Mediaset ha risolto con una fiction in replica, la Rai zero assoluto. Per tre ore Enrico Mentana, con ospiti interessanti ma che non bucavano il video (l’ex ministro Mannino, Lillo del Fatto e Battista del Corsera), ha tenuto desta l’attenzione con le interviste più vicine a quel 19 luglio 1992, utili ripassi sui cambi di versione dei pentiti e soprattutto sulla travagliata storia del 41 bis (o della sua applicazione), in pratica la legge sulla carcerazione speciale per determinate categorie di criminali (nel caso i mafiosi), i cui veleni sono arrivati fino ai giorni nostri con l’indagine sulla trattativa fra stato e mafia dopo quel 1992, con a margine la penosa figura fatta da Napolitano e dai costituzionalisti di complemento nella vicenda delle intercettazioni. Non essendo esperti di mafia e in definitiva di niente, cosa volevamo dire? Che i singoli giornalisti hanno il diritto di andare in vacanza, ma le loro aziende no. Per quattro mesi l’informazione televisiva per la grande massa delle persone, quelle che come primi sette canali hanno RaiUno-RaiDue-RaiTre-Retequattro-CanaleCinque-ItaliaUno-LaSette (non siamo snob, anche la nostra numerazione è questa e siamo troppo pigri per cambiarla), di fatto si riduce alla stanca liturgia dei telegiornali e al loro rifugiarsi nelle notizie dall’estero fra il pastone politico e la gara di acquagym. Omaggiato in questo modo Borsellino, uno che (come Falcone) dovette pagare il conto di vitto e alloggio all’Asinara dove si era auto-recluso per scrivere l’istruttoria del Maxiprocesso, chissà come la televisione italiana analizzerà e approfondirà il disastro finanziario di agosto. Magari a ottobre, non prima, Vespa proporrà un plastico delle nostre case: spaccate in due, visto che potrebbero vale la metà.

Stefano Olivari. 20 luglio 2012

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