I pomodori che vengono dal freddo

18 Luglio 2012 di Alvaro Delmo

pomodori

L’altro giorno al supermercato, allettati da un’offerta al 50% che di questi (e altri) tempi non fa mai male, abbiamo acquistato una confezione di pomodori a grappolo. Belli rossi, forma perfetta, dicevano ‘comprami e mangiami’ e noi al volo abbiamo colto l’occasione. La sera stessa ci siamo preparati delle ottime cotolette di pollo acompagnandole con fettine di pomodoro innaffiate di olio extravergine di oliva e un pizzico di sale.

Una volta in bocca, il meraviglioso pomodoro in offerta ha deluso il nostro gusto: consistenza dura e sapore poco deciso, anzi quasi nullo. A quel punto ci è venuto il dubbio e siamo corsi a guardare sulla confezione la provenienza degli ortaggi: Olanda. “Ecco, dovevamo controllare come di solito facciamo e invece sta volta ci siamo cascati… chiaro che non sanno di nulla, non sono italiani e cresciuti al nostro caldo sole…”, abbiamo pensato, delusi mentre osservavamo ancora una decina di pomodori ospitati dal cassetto del nostro frigorifero.

Di fatto l’Olanda è in realtà il primo esportatore europeo di pomodori freschi (e l’Italia uno dei suoi primi clienti) coltivati grazie a un efficientissimo sistema di serre, riscaldate, illuminate e controllate, compreso l’impiego della lotta biologica integrata al posto dei pesticidi, attraverso tecnologie all’avanguardia che consentono una produzione che ormai ha superato la concorrenza dei Paesi caldi.

Intanto un paio di giorni dopo il primo esperimento abbiamo utilizzato gli stessi pomodori per preparare una salsa e, sorpresa, questa volta il sapore era molto migliore. Insomma, probabilmente la prima volta eravamo solo stati sfortunati e in preda a un delirio di razzismo vegetale… o no?

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