I Giochi dell’Ansa

18 Luglio 2012 di Stefano Olivari

I Giochi Olimpici danno immagine, come ben sa Sky che da mesi sta pompando Londra 2012 anche per discipline di cui di solito non vorrebbe i diritti nemmeno in regalo, ma non abbonati e tantomeno lettori. E questa la morale che si ricava osservando il modo in cui i quotidiani italiani stanno preparando la spedizione. La maggior parte dei generalisti, tranne quelli più ricchi come Corsera o Repubblica, se la caverà con grandi riciclaggi di agenzia e uno o due inviati ‘di colore’ che spiegheranno il lato umano di atleti da loro mai sentiti nominare fino a un minuto prima della medaglia o le difficoltà del traffico a Londra. Con i direttori più cinici che tifano per un attentato di Al Qaeda a Wimbledon o a Wembley, ovviamente. Rimanendo nel nostro orticello, ci colpisce di più il comportamento degli sportivi. Non sono cifre ufficiali, premettiamo, ma notizie che circolano nelle redazioni. In sintesi: addio alle mega-spedizioni di una volta. La Gazzetta dello Sport dovrebbe mandare a Londra da un minimo di 18 a un massimo di 20 inviati (come ai recenti Europei di calcio), Tuttosport 4 e il Corriere dello Sport…2! La ragione di queste spedizioni al risparmio è esattamente… il risparmio. I giornali sono letti da sempre meno persone, la pubblicità viene svenduta (Un famoso quotidiano nazionale, non sportivo, ormai fa pagare una pagina 500 euro a patto di presentarsi con i soldi in bocca), gli organici sono sovradimensionati. E gli inviati costano, visto che vari professionisti del temino hanno di recente avuto l’ardire di lamentarsi perché i viaggi aerei adesso non sono più in business class e che ogni cena all’estero sembra quella di Natale. Ma il vero punto, l’unico che ci interessa davvero, è quello non detto della vicenda. Cioé che si ritenga inutile (il discorso vale maggiormente per Tuttosport e Corsport) dare spazio a sport che da metà agosto torneranno nelle brevi, oltretutto pagando conti a cinque stelle a gente che nel 90 per 100 dei casi non dà nulla in più dell’Ansa. Vale anche per il calcio, ma lì c’è la presunzione che il tifoso legga di tutto a patto che si parli della sua squadra mentre la fidelizzazione per le vicende di Josefa Idem è, come dire, più blanda. Eppure conosciamo tante persone, nessuna delle quali è un intellettuale scomodo, che comprano i giornali sportivi (soprattutto la Gazzetta) ma saltano in blocco le pagine del calcio.

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