Tremonti bond per McCalebb

29 Giugno 2012 di Fabrizio Provera

Il Montepaschi deve liberarsi, con varie modalità, di 4.600 dipendenti, ma la nostra attenzione sulla crisi di questa banca si è ovviamente attivata solo quando si è parlato di pallacanestro per via canturina. Per farla breve: l’onorevole ragazzino (per i canoni italiani) Nicola Molteni, deputato 36enne della Lega Nord nonché fervente tifoso della Pallacanestro Cantù, ha depositato nelle austere aule del Parlamento un’interrogazione destinata a suscitare clamore e che riguarda proprio la squadra che ha dominato il nostro basket nelle ultime sei stagioni con sei scudetti consecutivi che hanno fatto dimenticare le (relative) delusioni europee. A dispetto dei previsti piani di ridimensionamento della Montepaschi Siena, letti su diversi quotidiani all’indomani dell’ultima festa scudetto, pare infatti che anche nei prossimi due anni la corazzata del presidente Ferdinando Minucci, abilissimo uomo di relazioni, godrà di fondi consistenti dalla cassaforte della banca di piazza Salimbeni, da mesi al centro delle cronache finanziarie per l’allarme conti.

“Monte dei Paschi di Siena ha reso noto il piano industriale 2012-2015: il documento prevede un utile netto consolidato a fine periodo di 630 milioni di euro da raggiungere attraverso una razionalizzazione dell’intero gruppo con incorporazione di tutte le controllate e la chiusura sul territorio di 400 filiali su un totale di 2.900”, recita l’interrogazione di Molteni, “l’istituto bancario ha previsto un taglio dei costi del 16%, con una riduzione complessiva di oltre 4.600 posti di lavoro”. E ancora: “MPS ha comunicato di aver avviato le procedure per emettere entro l’anno uno ‘strumento di patrimonializzazione governativo per 3.4 miliardi di euro, di cui 1.5 miliardi verranno sottoscritti direttamente dal Tesoro mentre la parte restante sarà destinata al rimborso dei Tremonti Bond in essere». Molteni chiede al ministro Corrado Passera se “ritenga compatibile con il piano di austerità previsto dal cda del Monte dei Paschi di Siena e con le pesanti necessità di ricapitalizzazione dell’istituto coperte dallo Stato il forte sostegno economico a favore di squadre sportive professioniste, considerando che nei prossimi quattro anni 4.600 persone perderanno la propria occupazione all’interno del gruppo bancario”.

L’interrogazione ha già suscitato le ire della tifoseria senese, approdando persino – stamani – sulle pagine cestistiche della Gazzetta dello Sport. Posto che ovviamente il sostegno di Mps alla Mens Sana non è espressamente vietato, nonostante la concessione di ‘aiuti di Stato’, è innegabile che la notizia faccia ancora più effetto a fronte di 4, 5 squadre di serie A che rischiano di non iscriversi neppure al prossimo campionato: e parliamo di formazioni dal blasone indiscusso, Treviso e Roma tanto per capirci. Certo, volgendo lo sguardo al recente passato gioverà ricordare che – sino a poco tempo fa- le formazioni di basket siciliane beneficiavano di sponsorizzazioni istituzionali che tutti gli altri si sognavano: Messina, Trapani e Alcamo godevano di sovvenzioni pubbliche, provenienti da Comuni e Province, che Milano e Roma (per dire) non avevano e non avranno mai. Non è un discorso comunque sintetizzabile, visto che le sovvenzioni pubbliche possono anche arrivare da aziende municipalizzate ‘invitate’ a contribuire alla causa, da sconti sugli affitti o da facilitazioni di vario tipo. Torniamo quindi all’argomento che cio interessa: i soldi con cui Siena cercherà di proseguire nel suo straordinario ciclo.

Ora, delle due l’una: o Ferdinando Minucci è uno straordinario collettore di sponsorizzazioni (soldi a parte, il modello Siena è sicuramente esemplare, basti pensare alla successione tutta interna tra Simone Pianigiani e Luca Banchi), oppure il perpetuarsi di elargizioni così generose (si parla di 7-8 milioni di euro l’anno, cifre che tutte le altre società di serie A, Armani Milano esclusa, si sognano) appare un po’ stridente con il fatto che una banca privata ottiene fondi pubblici per arginare conti in rosso, salvo poi sostenere la squadra di basket più vincente degli ultimi anni in Italia. E sarebbe troppo facile ironizzare sul ‘rosso’ di una banca che è da decenni simbolo, icona sgargiante del sistema di potere del fu Partito Comunista, che il sottoscritto-  da posizioni, diciamo così, diametralmente opposte – guarda con una certa ammirazione, perché neppure il reazionario più bieco può negare che in Emilia Romagna, e in certe parti della Toscana, il sistema bancario-cooperativo a trazione Pci-Pds-Ds e ora Pd (ancorché scricchiolante) abbia prodotto benessere a molti livelli.

Siamo certi che il nostro amato Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, condivida in pieno l’interrogazione parlamentare( chi ha letto Falce e Carrello, la sua documentata invettiva contro il sistema delle Coop, ha perfettamente capito cosa intendiamo); la condividono i tifosi di Cantucky, che alla corazzata Mps possono al limite contrapporre l’orgoglio tutto provinciale della Banca di Credito Cooperativo di Cantù. Il problema tuttavia resta e si pone, oltre al fatto- ne siamo certi- che se ne parlerà diffusamente, nei prossimi e accaldati giorni. Scherzando, ma non troppo, si potrebbe dire che si rischia indirettamente di trasformare Bo McCalebb  (sempre che non vada al Fenerbahce con Pianigiani) in un lavoratore statale. Peccato giochi per la Macedonia.

Fabrizio Provera, 29 giugno 2012

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