Pizza, mandolino e gol di Cattuso

29 Giugno 2012 di Stefano Olivari

Non possiamo dimetterci da italiani, come quelli che hanno la casa a Parigi, anche per il non trascurabile dettaglio che siamo italiani (quanto a Parigi, possiamo al massimo dormire in aeroporto dopo il volo Easy Jet). Così come, per citare una memorabile frase di Mario Balotelli, i cinesi sono cinesi. In altre parole, l’identità non è un pezzo di carta ottenuto grazie al bisnonno della moglie o una scelta ideologica da sottolineare con immotivato ‘orgoglio’: è e basta. Detto questo, al decimo ‘In culo alla Merkel’, ascoltato la scorsa notte mentre tornavamo a casa dalla miniera, ci siamo vergognati di appartenere ad un paese che riversa nel calcio aspettative e speranze che dovrebbe riversare nella politica o perlomeno nei comportamenti individuali. Se grandi editorialisti scrivono che l’Italia del calcio può rilanciare il paese, secondo lo stesso schema terzomondista che viene usato a volte per esaltare le vittorie del Napoli, allora siamo davvero finiti. Ben prima di svalutazione, scoppio della bolla immobiliare, governissimo perenne. E parliamo delle vittorie di una squadra come la Nazionale di Prandelli, che abbiamo sempre seguito con simpatia (non parliamo poi di Balotelli, idolo assoluto e sempre bersaglio del giornalismo mainstream) anche al netto di furbizie mediatiche e di etica a doppio binario. Adesso, passi per i quotidiani sportivi che devono riempire trenta pagine di calcio, ma in quelli generalisti tutti i mille parallelismi fra calcio e politica che vengono proposti servono solo a solleticare i peggiori istinti. Come se una vittoria della Grecia nei quarti degli Europei fosse stata più importante di anni di bilanci taroccati, o se i geniali assist di Cassano e Montolivo avessero reso la Punto più attraente della Golf. In un’intervista televisiva pre-partita, in una delle tante piazze a pochi minuti da Italia-Inghilterra, alla domanda ‘Chi segna stasera?’ un signore esperto di calcio ha risposto con sicurezza: “Cattuso”. Proprio così, con la C. In quel ‘Cattuso’ c’era tutto, senza bisogno di spiegazioni: ignoranza, superficialità, informazioni orecchiate male, sopra ogni cosa la speranza che alla fine la situazione si aggiusti (magari con l’uomo forte). Dopo Italia-Germania, in un’altra località, un ragazzo con la faccia pitturata, mentre dietro di lui vari italopitechi intonavano cori anti-Merkel (non vuole pagare i nostri debiti, ma come si permette?), ha chiuso la memorabile serata serata con una certezza: ”Oggi l’Italia ha dimostrato che non siamo solo pizza e mandolino”. Una certezza confermata da tante pagelle firmate da osservatori di vaglia: gli azzurri quasi tutti dal 7 all’8,5, i tedeschi quasi tutti dal 4 al 5. Non li abbiamo fatti uscire dalla loro metà campo, merito anche del pressing di Cattuso oltre che di ‘Ballotelli’. Le due elle alla ‘Ancellotti’ sono state invece giornalistiche e reiterate, fin dall’esordio con la Spagna.

Stefano Olivari, 29 giugno 2012

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