La costruzione di Maigret

29 Maggio 2012 di Stefano Olivari

Fra le tante cose, una in particolare (ma questa vale anche per Wilt Chamberlain), che abbiamo invidiato a Georges Simenon c’è di sicuro la produttività, con pochi eguali anche nella narrativa di genere. E pensare che i numerosissimi Maigret, 75 romanzi più racconti sparsi, hanno rappresentato meno di metà della sua opera, priva di sudditanza nei confronti della letteratura cosiddetta alta ma con una finezza psicologica che ti travolge limitando al minimo descrizioni e divagazioni. Per farla breve, stiamo rileggendo i Maigret su Kindle e non potremmo fare una cosa del genere con altri personaggi, schiavi del ‘come va a finire’. E abbiamo genialmente iniziato dal primo, Pietr il Lettone, che è senz’altro fra i meno ispirati. Simenon sta ancora lavorando sul personaggio, che qui assomiglia parecchio al Marlowe di Chandler e non solo per un certo stoicismo unito a cinica disillusione: la curiosità è che Il Grande Sonno sarebbe arrivato solo nel 1939, mentre questo primo romanzo con Maigret protagonista è stato scritto nel 1931. Il protagonista di giornata è un truffatore internazionale, in una Parigi sospesa fra grandi alberghi internazionali e immigrazione dall’Est europeo, il tema è quello del doppio, le caratterizzazioni sono già indimenticabili (e anche razziste, con gli occhi di oggi). Sullo sfondo la Storia, che chi è nato in una famiglia piccolo borghese dell’epoca zarista è stato costretto a vivere per forza di cose. Inutile raccontare la trama e gli incastri, mica è Poirot. E poi c’è Wikipedia, tutto aggratis. L’obbiettivo, qui come negli altri 74, è far entrare in un’atmosfera. E i grandi scrittori ci riescono benissimo: l’ambientazione è forse datata, la disperazione no. E nemmeno la spersonalizzazione: Maigret viene sempre chiamato Maigret, mai Jules (sarebbe il suo nome di battesimo). Forse potrebbe farlo la moglie, che però qui è solo evocata alla tenente Colombo. Uno che non stanca, Maigret, come tutti i migliori nel proprio campo.

Stefano Olivari, 29 maggio 2012

 

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