Il guado dei Lakers

23 Maggio 2012 di Stefano Olivari

I Lakers 2011-12 sono stati ‘underachiever’, come li ha definiti Metta World Peace, o semplicemente hanno incontrato una squadra più forte, più giovane, più fisica, con meno problemi di spogliatoio, con un miglior secondo quintetto? Per noi la risposta giusta è la seconda, fra l’altro pensiamo che i Thunder abbiano qualcosa in più anche degli Spurs e degli Heat che potrebbero incontrare in finale. Questo non toglie che i Lakers siano proprio dove una squadra NBA non vorrebbe mai essere, cioè a metà del guado: troppo forti per essere smantellati e troppo caratterizzati per pensare che nei prossimi anni la situazione possa cambiare con qualche innesto mirato. Non mancheranno articoli sul declino di Kobe Bryant, dopo 16 anni di NBA e sempre a un anello da Michael Jordan, ma chi ha guardato le partite di questi playoff (anche quelle post-vomito giocate con i Nuggets) di questo declino non si è per la verità accorto. Certo, non è quello di dieci anni fa ma per certi aspetti è anche meglio. Che cosa dunque non ha funzionato in una delle tre squadre, insieme a Celtics e Sixers, che per ovvie ragioni raccoglie il tifo degli appassionati italiani di mezza età?

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