L’età di Recoba

5 Dicembre 2011 di Paolo Morati

Con el Chino mágico, Nacional campeón. Recoba con su magia le dio el Apertura a Nacional. Questi alcuni titoli dei principali quotidiani uruguaiani online a commento della vittoria del Nacional contro il Liverpool – entrambe squadre, come da regola, di Montevideo – che ha permesso ai bianco rosso blu di aggiudicarsi il Torneo Apertura, ossia il titolo di andata (il Torneo Clausura assegna quello di ritorno, in pratica sono due trofei) del campionato nazionale. La partita, giocata nello stadio Centenario di fronte a circa quarantamila spettatori, è stata dunque decisa da Alvaro ‘el Chino’ Recoba con un gol(azo) dei suoi al settantanovesimo: palla al limite, controllo di destro, rapida finta a rientrare sul difensore, spostamento sul sinistro e tiro nell’angolino a destra del portiere.

Che fosse la sua stagione lo si era già capito un paio di settimane fa quando, trasformando un rigore al novantesimo, aveva permesso alla compagine allenata dall’argentino Marcelo Gallardo di vincere in rimonta per 2-1 il cosiddetto Superclásico contro i rivali di sempre del Peñarol. Ecco, un rigore. Nel corso della sua carriera interista a Recoba è spesso stato rinfacciato, tra le tante cose, di aver sbagliato quello dei preliminari di Champions League 2000/2001 contro l’Helsingborg. Erano gli anni delle delusioni, con la sbornia da Triplete ancora lontanissima, e il fantasista dagli occhi a mandorla era uno dei capri espiatori della situazione. Bastava il minimo errore per generare impietosi fischi dagli spalti, per poi trasformarli magicamente in indescrivibile euforia quando rimetteva le cose a posto con una delle sue giocate straordinarie.

Da un paio di campionati, dopo un’esperienza in Grecia e tanti piccoli infortuni, il mancino classe 1976, autore in maglia nerazzurra di 53 reti (ogni tanto è bene ricordarle) oltre che di svariati assist, è tornato alle origini. Prima nel Danubio, dove era cresciuto, e poi scegliendo il Nacional dove si è messo al servizio dei compagni, caricandosi sulle spalle la responsabilità della squadra nei momenti decisivi. Il campionato uruguaiano non varrà sicuramente la Serie A, ma questa vittoria ha innescato di nuovo un po’ di orgoglio in chi ha tifato Recoba fin dal suo arrivo in Italia, esaltandosi per le sue giocate e dispiacendosi per quello che non è riuscito pienamente a dare, fino ad arrivare a litigare coi migliori amici pur di difenderlo. E’ questa in breve la differenza tra un giocatore anonimo e uno che, volenti o nolenti, è stato in grado di lasciare un segno nel cuore della gente, non solo interista. Bentornato Chino, siamo contenti per te, e un po’ anche per noi.

Paolo Morati
(5 dicembre 2011)

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