Due anni fa era già Balotelli

14 Novembre 2011 di Libeccio

di Libeccio
Un campionato Primavera, un Torneo di Viareggio, tre campionati italiani, una coppa Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa d’Inghilterra. Neanche grandi campioni veterani del calcio mondiale hanno vinto tanto (uno per tutti: Zlatan Ibrahimovic), come a soli 21 anni ha già vinto (Super) Mario Balotelli. Noi che lo abbiamo sostenuto sin dalla prima ora (anche relativamente a certi suoi comportamenti da altri stigmatizzati), sorridiamo compiaciuti a leggere i commenti della “grande” stampa italiana che tutta insieme sembra avere finalmente scoperto le doti straordinarie di questo immenso talento.
Chi ci legge da tempo sa benissimo che abbiamo per Mario Balotelli una passione (calcistica) sconfinata, ritenendolo e a ragione il più grande talento del nostro calcio forse dai tempi di Gigi Riva. Ancora 17enne (accade solo per i grandissimi), Mario Balotelli incantava sui campi di A con giocate degne di un veterano e una sicurezza in campo che neanche attaccanti più grandi di lui di 10 anni dimostravano. Mario Balotelli, già a quella età, era capace di mandare in bambola difensori molto esperti e, solo un paio di anni dopo, di far perdere completamente il controllo a Francesco Totti, durante una memorabile finale della Supercoppa Italiana (si parlò per settimane di fallo di frustrazione).
Chiunque capisse appena un poco di calcio aveva ben compreso che si era di fronte ad un talento assoluto che nel volgere di pochissimo tempo poteva diventare il numero uno al mondo almeno nel suo ruolo. Dotato di fisicità dilagante, tecnica stupefacente ma mai leziosa, fantasia straordinaria che gli faceva fare in campo ogni volta una cosa diversa per saltare l’avversario diretto o scaraventare in gol palloni anche da angolazioni impossibili. Nonostante l’Inter avesse avuto la fortuna di avere in casa un nuovo Van Basten in potenza se ne è inspiegabilmente disfatta con una gestione del giocatore che si è frantumata su questioni non di sostanza (il famoso lancio a terra della maglia). Intendo per “non di sostanza” il fatto che Balotelli in campo rispondeva sempre al top delle sue possibilità, tranne in pochi casi anomali, che comunque si contavano sulle punte di una sola mano. Chiunque avrebbe fatto diventare Mario il centro di qualsiasi progetto futuro, facendoglielo anche capire molto bene sotto i “profili” che un giocatore percepisce per veramente tali.
Invece Mario Balotelli è diventato un caso per Mourinho (questo il suo unico errore più grande da allenatore dell’Inter, anche se gli servì fose in chiave motivazionale per qualche suo compagno), poi per i tifosi, poi per la società. Risultato: è stato praticamente regalato al Manchester City (fossero 28 o 25 milioni di euro il ricavo della sua cessione, il dibattito su cifre che sono l’ingaggio lordo di una riserva è poco interessante), perchè adesso Balotelli è un giocatore senza prezzo. Potrebbe valere 80 milioni di euro, ma anche 120 se qualcuno lo volesse comprare. Qualcuno forse lo farà, ma non sarà l’Inter che lo ha definitivamente e incomprensibilmente perduto. Insieme al calcio italiano. Che lo riavrà solo nella fase del suo declino.

Libeccio
(14 novembre 2011)

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