Il tifo contro Gualazzi

16 Maggio 2011 di Alvaro Delmo

di Alvaro Delmo
Alla fine a Raphael Gualazzi è quasi riuscito il colpaccio. Il musicista urbinate è infatti andato vicino a vincere l’Eurovision Song Contest piazzandosi secondo dietro all’Azerbaigian, che si è aggiudicato a sorpresa l’evento tenutosi a Dusseldorf con un’accoppiata di interpreti, Ell/Nikki, che ci ha ricordato i vincitori di Sanremo 2008 Lola Ponce e Giò di Tonno. La musica italiana conferma quindi ancora una volta di avere un grosso seguito all’estero. E, nonostante tutto, emerge il fatto che siamo un Paese molto amato a differenza di altri che hanno  disatteso le previsioni dei bookmaker  (nonché le nostre, che ci fidiamo troppo di loro) pur avendo buttato nella mischia pezzi da novanta (ogni riferimento al presuntuoso Regno Unito con i bolsi e stonati Blue, è puramente voluto) o numeri circensi (anche qui i pessimi irlandesi Jedward, in gara con un brano pericolosamente vicino a Britney Spears, sono finiti fortunatamente indietro nonostante un look che dei veri innovatori come i Righeira avevano già proposto 25 anni fa). Brutta figura anche per la Francia, data come favoritissima e invece caduta in disgrazia probabilmente anche per la scarsa interpretazione del suo novello Andrea Bocelli, nelle intenzioni più che nei risultati, che ha deciso all’ultimo di abbassare di un tono la sua Sognu. Forse qualcuno doveva avvisare prima il bel Amaury Vassilli che cantare dal vivo non è come stare in uno studio di registrazione. 
In generale la finale dell’ESC è stata uno show fantastico, di grandissimo livello a cominciare dall’incredibile trasformazione dello stadio del Fortuna Dusseldorf riadattato per ospitare oltre trentamila spettatori entusiasti nel loro sventolio di bandiere. Introdotta dalla consueta cartolina di presentazione, ogni canzone aveva una scenografia diversa, con effetti visivi e giochi di luce eccezionali. Il tutto a un ritmo serrato, con solo un paio di interruzioni, e soprattutto senza quegli  inutili riempitivi e siparietti che caratterizzano la nostra televisione. Abbiamo anche apprezzato il  commento in diretta per l’Italia di una Raffaella Carrà in versione poliglotta, conduttrice di un talk  show divertente ma a tratti un po’ invadente per i troppi opinionisti che ha fatto storcere il naso ai  puristi della manifestazione. Arrivati alle votazioni finali è stato facile indovinare la distribuzione dei  punteggi massimi tra i vari Paesi amici o vicini, una cosa che il regolamento non può impedire e della  quale hanno goduto vari cantanti. Per la cronaca Madness of love (Follia d’amore), la canzone di  Gualazzi, è stata premiata con 12 punti da Albania, Lettonia, San Marino e Spagna, mentre l’Italia ha  assegnato i 12 punti alla Romania, i 10 al Regno Unito e 8 alla Moldavia/Moldova. Una votazione  frutto al 50% delle giurie e al 50% del televoto.
Tirando le somme quello di sabato sera è un verdetto che per certi versi accontenta tutti: grande successo e massima esposizione internazionale per Raphael Gualazzi, scampato ‘pericolo’ per la RAI. Del resto sono passati vent’anni eppure si parla ancora dell’edizione 1991 svoltasi a Cinecittà e costata attorno ai 12 miliardi di lire per circa 2 milioni di spettatori. Tanto che qualcuno, ipotizziamo, potrebbe anche aver tremato pensando al rischio di riassistere tra un anno allo stesso risultato mentre Madness of love risaliva la classifica. Per la RAI una eventuale vittoria di Gualazzi avrebbe significato il dovere di organizzare uno show estremamente costoso e complesso e che, numeri alla mano, agli italiani alla fine interessa purtroppo poco: si parla infatti di 1.291.000 spettatori, pari ad uno share del 6,43%, complice anche una scarsa pubblicizzazione dell’evento. Peccato, perché la qualità della controprogrammazione non era certo di livello superiore a quella del pirotecnico festival europeo ma evidentemente i pochi che ormai guardano la tv generalista preferiscono i triti e ritriti talent show e programmi di intrattenimento. La speranza è che ora non venga fatta retromarcia e che la RAI confermi la partecipazione anche il prossimo anno. 
Alvaro Delmo 
(in esclusiva per Indiscreto)
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