Ivan Bogdanov e le vere bestie

9 Marzo 2011 di Stefano Olivari

Pena esemplare per l’ultrà serbo che il 12 ottobre scorso fu protagonista negativo della sospensione di Italia-Serbia a Genova. Tutto giusto, tranne il metro diverso adottato con i delinquenti da stadio italiani e il modo orrendo con cui i media trattano chi non ha copertura politica o culturale…

Tre anni e tre mesi di reclusione per Ivan Bogdanov, l’ultrà serbo che lo scorso 12 ottobre fu il protagonista negativo della sospensione di Italia-Serbia a Genova. La classica pena esemplare, di cui in Italia si era perso il ricordo nel nome di un perdonismo che ha riempito le strade di delinquenti (la maggior parte in giacca e cravatta) e che dal clan degli imputati (sono stati condannati anche tre connazionali di Bogdanov) è stata accettata senza vittimismi o quella retorica del ‘disagio’ che permette agli ultras italiani di rimanere quasi sempre impuniti. E’ proprio questo infatti il punto. ”Provengono da una cultura dove chi sbaglia paga”, ha commentato il difensore di Bogdanov Riccardo Di Rella. Resistenza e danneggiamento aggravato: reati gravi, ma non sfuggirà a nessuno la differenza con le nostre ‘puncicature’ e le sassate contro le forze dell’ordine che invece portano al massimo al vituperato Daspo. Merito di mamme che idolatrano il loro orrido figlio maschio maschio e di politici-tifosi che pensano di raccattare voti e manovalanza con qualche idiozia radiofonica. Siamo il paese che nel suo Pantheon ha Carlo Giuliani e Gabbo, mentre Ivan non è funzionale ad alcun disegno. E’ carne da titolo, con l’appellativo di ‘Bestia’ che dai media italiani non era stato usato nemmeno per pluriomicidi o mandanti di omicidi. Avete mai sentito definire così il romantico Vallanzasca, l’intelligente Sofri, il duro Riina? Di sicuro la Serbia, unica nazione europea bombardata da aerei italiani nel dopoguerra (D’Alema lo statista della situazione), ci ha dato una lezione. Non con le gesta di Ivan, meritevoli del carcere, ma con i complimenti fatti dal suo ministero dall’interno al nostro sistema giudiziario. Forse non lo conoscono bene.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

(pubblicato sul Guerin Sportivo)

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