Lilli e i vagabondi

14 Novembre 2006 di Erminio Ottone

di Erminio Ottone
41 – Le donne fra i trenta ed i quaranta sono la nuova frontiera di Erminio Ottone, dal punto di vista dell’analisi di costume e della vita vissuta. Alla fine il più giovane è sempre lui…

Ben ritrovati, amici della notte ma nemici di quella milanese. Il vostro Ottone, dopo splendide vacanze, è ripiombato nella vita della capitale del non divertimento: lavoro, viaggi, poche uscite. Intende però smentire con fermezza le voci relative ad un suo presunto invecchiamento (altri la chiamerebbero ‘maturazione’): Erminio rimane supergiovane, oltre che il solito osservatore della notte e dei suoi frequentatori. Un fustigatore di costumi a cavallo fra etica ed estetica: così gli piacerebbe essere ricordato fra due secoli. Il tema di questa puntata di ‘Milano da non bere’ è incentrato sulle cosiddette ‘donne di seconda mano’ (definizione che non intende essere offensiva, visto che potrebbe essere applicata anche a molti uomini). In questa definizione rientrano le donne tra i 30 e i 40 che hanno già vissuto una delle seguenti esperienze: 1) convivenza lunga finita male; 2) matrimonio naufragato; 3) nascita di un figlio. Due le tipologie di ‘donna seconda mano’: 1) la categoria stimabile, quella che dopo tante rotture di palle vuole divertirsi: sesso, amicizia, niente coinvolgimenti; 2) la meno stimabile, quella che sente il battito impietoso dell’orologio biologico, perde il lume della ragione, cerca di rimediare agli errori del passato, va maldestramente a caccia di un nuovo compagno finendo per fare solo un gran casino. Ottone vuole parlarvi di questa seconda tipologia…
Lei si chiama Lilli, ha 38 anni, un figlio ed è divorziata. Ottone la nota in un locale, zona Forlanini, con lui c’è il suo amico Gigi: lei è affascinante, sexy e ricambia gli sguardi. Via! Due chiacchiere, numero di telefono, appuntamento due sere dopo per una cena, eccetera. Lilli però diventa subito un po’ pressante: “Quando mi chiami domani?”, “Cosa fai tra quattro giorni?”, “Perché oggi non mi hai risposto al telefono?”…Ottone ha la chance di scappare via: il lavoro lo porta fuori città per una decina di giorni, poi arrivano le vacanze. Lei chiama, ma lui in vacanza usa il telefonino solo per le emergenze e questa certo non lo è. Nel frattempo Gigi è a Milano, e una sera, in zona Forlanini, incontra Lilli. Qui lei inizia lo show: “Ciao Gigi, ti sei accorto che io in realtà volevo te e non Erminio?”. Gigi non se lo fa ripetere due volte, coglie la palla al balzo e conclude. Ma purtroppo per lui la ragazza inizia a mettere in pratica un pressing continuo, molto più indiavolato di quello adottato su Ottone, provocando così la fuga di Gigi. Passa un po’ di tempo, in cui Lilli, via telefono, continua a pressare Gigi e zac! Incontra Ricky, già conosciuto in una serata con Erminio…Libero dai fantasmi di Manola e da cialtronesche profezie di angeli del cesso, Ricky si ritrova tra le mani una donna in cui orologio biologico, lussuria, sete di vendetta si mischiano in un cocktail micidiale: Ricky se lo beve tutto d’un fiato una sola volta, poi saluta e sparisce. Fin qui, tutto regolare: Ottone non è certo come quei maschilisti sempre a caccia di donne facili, eppure pronti a criticarle perché troppo facili. Non è però regolare ciò che si verifica qualche tempo dopo. Lilli, che dopo aver assaggiato il suo tris di primi continua a tampinare telefonicamente Gigi, lo incontra di nuovo in un locale. Ne nasce questo dialogo…Gigi: “Ciao, come va”? Lilli: “Lo sai come va… Sei uno stronzo”. G: “Perché? Più che spiegarti al telefono che non mi va di avere storie serie, cosa devo fare?”. L: “Sei un figaiolo. Ti scopi tutte!”. Gigi ha un sussulto, non crede alle sue orecchie: “Comeeee? E tu allora? Ci hai conosciuti in tre, te ne sei fatti tre… 100%!”. Risposta agghiacciante di Lilli: “Ma io ci tenevo, non l’ho fatto con lo spirito di chi voleva solo trombare”. Ecco allora la nuova politica di Ottone e dei suoi amici: d’ora in poi dichiararsi sempre innamorati, anche in occasione di un’ insignificante ‘one night stand’… Poi, il giorno dopo, accendere il proprio lettore CD e sentire fino allo sfinimento un brano che recita “isn’t it a pity, isn’t it a shame/ how we break each other’s hearts and cause each other pain/ how we take each other’s love without thinking anymore/ forgettin’ to give back… (“non è un peccato, non è una vergogna? Il modo in cui ci spezziamo il cuore e ci provochiamo dolore l’uno con l’altra? Il modo in cui ci prendiamo amore a vicenda senza pensarci più/ dimenticando di renderlo”…). A quel punto, perfezionare la recita presentandosi al mondo contriti, dicendosi tristi per un amore nato e subito finito. Se andrà bene, troveranno qualche anima buona (femminile?) pronta a consolarli al grido di “poverino, chissà quanto hai sofferto”. Se andrà male, avranno comunque ascoltato una bella canzone!
PS: Ottone ha incontrato Lilli proprio l’altra sera. Era con un ragazzo, finalmente esterno alla cerchia dei tre amici. Erminio ha rivisto le solite scene, vorrebbe essere contento per lei, ma sa che tra poco quel ragazzo la scaricherà… Torna a casa un po’ triste per lei, con il cervello carico di pensieri e riflessioni. Ottone ha passato i trenta, ma in comune con le sue coetanee, e tutto sommato anche con i coetanei, ha molto poco. Per Erminio ed i suoi discepoli il tempo batte più lento, regalando la possibilità di assaporare ogni cosa: lavoro, realizzazione personale, amicicizia, indipendenza… Il resto è quel ‘di più’ che si accetta volentieri, senza sentirne il bisogno.

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